Marano, le condizioni della città e le proteste a mezzo social. Ma la battaglia da fare (ora) è un’altra: per ripartire occorre bonificare gli uffici comunali

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Il popolo, la gente si lamenta, spesso a giusta ragione, in qualche caso no, sulle pagine dei social network dedicati alla città. Viene postato di tutto: voragini, spazzatura, strade al buio, perdite idriche, grate e fogne in pessime condizioni. E ancora: ci si lamenta del traffico, delle auto in doppia e tripla fila lungo i principali corsi della città, dei parcheggiatori abusivi, delle bollette pazze o che riportano imprecisioni, della mancata apertura dell’isola ecologica e dello stallo per i lavori al cimitero.

A tutto questo, noi, potremmo aggiungere (e lo facciamo ogni santo giorno) tanto altro: gli abusi edilizi e commerciali che ormai non fanno più notizia, l’arcinota problematica del Pip, la questione differenziata, i furti nei negozi, la costante presenza di pusher in alcune piazze. Molte sono le cose che non vanno; molto è imputabile alle negligenze del Comune, qualcos’altro all’indolenza, alla strafottenza, all’omertà dei cittadini.

Ma c’è una questione che da tempo portiamo avanti, quasi nel silenzio generale. E’ la madre di tutte le battaglie: Marano, città martoriata negli ultimi 30 anni, mortificata dal cemento selvaggio e da una classe politica tutt’altro che lungimirante, non si salverà se prima non si opererà all’interno della macchina comunale. La bonifica di alcuni uffici innanzitutto, lo spostamento di alcuni dipendenti e funzionari innanzitutto. Coloro che, direttamente o indirettamente, hanno sostenuto il vecchio sistema (politico-mafioso-imprenditoriale) e che hanno chiuso gli occhi su vicende enormi, abusi di ogni genere. Dal mancato pagamento dell’acqua alle case e alle mansarde, rigorosamente abusive, spuntate ovunque, anche negli ultimi tempi.

I cittadini che protestano dovrebbero sapere e ricordarsi soprattutto di queste cose. Senza la bonifica di alcuni settori del Comune, la città difficilmente potrà ripartire. I commissari riusciranno ad incidere su questo aspetto? L’ex commissario Reppucci, quando arrivò a Marano, parlò di cambiamenti necessari. Poi si appisolò, se ne dimenticò, lasciò cadere la cosa per non turbare gli equilibri interni. Ora Di Menna, il suo sostituto, ha dichiarato che qualcosa sarà fatto: non una rivoluzione, ma qualcosa sarà fatto. Attendiamo con ansia questi provvedimenti, che potrebbero essere decisivi per le sorti della città e dell’ente comunale.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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