La voce del cittadino. “Al Ciaurro con mia nuora e i nipotini e i cani aggressivi, senza guinzaglio e museruola, di persone che ci hanno persino minacciati”. Di controlli nemmeno l’ombra

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Ci scrive un nostro affezionato lettore, ieri vittima di una disavventura, insieme con la nuora e due nipotini, di cui uno di soli 22 mesi, all’interno della villa comunale del Ciaurro.
I bambini, secondo il racconto del 67 enne che ha poi sporto denuncia ai vigili urbani, hanno rischiato per la loro incolumità fisica e sono stati letteralmente “terrorizzati” dall’arrivo dei due animali, senza museruola e liberi, mentre giocavano con il pallone.
L’intervento del nonno e della nuora avrebbe evitato conseguenze e danni fisici ai ragazzi, caduti a terra – scrive il lettore – sotto “le grinfie degli animali”. Ne è nato un alterco con i proprietari degli animali, poco meno che trentenni, che avrebbero inveito contro il 67 enne e la nuora perché si erano “permessi di redarguirli, ricordando loro la necessità dell’impiego della museruola e del guinzaglio”.
Sarebbero partiti persino insulti e minacce all’indirizzo della persona che ci ha scritto, che ha così deciso di contattare il comando vigili.
Il tutto sarebbe avvenuto nella totale assenza di personale comunale. La struttura, già priva di telecamere (a nulla sono valsi gli incresciosi episodi dei mesi scorsi e le successive rassicurazioni e promesse dello sterile prefetto Reppucci), è abbandonata a se stessa. La  recente dislocazione, o anzi avvicendamento di personale comunale nella villetta, non ha prodotto alcunché.
Scelte sballate, quelle compiute dall’amministrazione comunale, anche sul fronte dell’individuazione delle persone giuste da inviare in quel luogo pubblico per la sorveglianza del caso.
Segue un estratto della missiva inoltrataci dal signor Gennaro:
Gentile direttore,
non entro nel dettaglio della denuncia, che pure vi ho inoltrato, mi preme dire che ieri è accaduto che alcuni cittadini “normali” (avrei voluto però scrivere “per bene”) di questa tormentata provincia (perché il fenomeno non riguarda certamente la sola città di Marano) hanno oggi un ulteriore e serio motivo per evitare un luogo pubblico e starsene all’occorrenza ritirati nel proprio privato. Una sequenza infinita di piccoli fatti come questo può risultare più dannosa per la civile convivenza di un fatto di sangue che scuote le coscienze per un attimo e l’attimo dopo non ci riguarda più. In questo modo, infatti,  tutti gli spazi pubblici (e non solo in senso fisico), vengono occupati dai prepotenti di tutte le risme mentre la gente “normale” si ritira in buon ordine. E così facendo, un tessuto sociale si sfrangia e si riduce in brandelli. Di chi la colpa? Certamente un po’ di tutti. Ma non per questo di nessuno. Ognuno porta con se la colpa che gli deriva dalle responsabilità che ricopre. La mia responsabilità, nel caso specifico era quella di denunciare l’accaduto e di non lasciar correre come in tanti purtroppo fanno sempre; quella degli addetti alla sorveglianza era quella di esserci e di imporre il rispetto del regolamento comunale (che pure esiste); quella delle forze dell’ordine era quella di rispondere con tempestività ed efficacia alla richiesta di aiuto a loro pervenuta.
Gennaro (Marano)
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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