Domani lo “Scetammece days” al Ciaurro. Ma i cittadini pretendano anche che il Comune e Reppucci si scuotano dal torpore, altrimenti sarà l’ennesima occasione persa

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Domani, come molti sanno, è in programma nella villa del Ciaurro l’evento “Scetammece days”, organizzato da un comitato e dalle parrocchie cittadine. Dovrebbe essere, nelle intenzioni degli organizzatori, un appuntamento finalizzato al risveglio delle coscienze dei cittadini, di una cittadinanza, quella maranese, mai così distante dalla vita pubblica e che sembra aver smarrito, almeno in tanti casi, senso civico, della bellezza e del rispetto del territorio.

Molti si alterneranno sul palco allestito al Ciaurro. Gente che si prodiga per i giovani e meno della giovani della città, ma anche gente, come si direbbe in gergo, che non c’azzecca un fico secco e che nulla sa o fa per il territorio. Sul palco ci saranno, con ogni probabilità, anche esponenti dell’amministrazione cittadina. E allora ne approfittiamo per rivolgere un appello a coloro che parteciperanno alla manifestazione e, nel contempo, al prefetto Reppucci nel caso dovesse prendere la parola.

Sarebbe un grave errore e un peccato se l’evento di domani si trasformasse nell’abituale occasione per lanciare slogan e ripetere concetti triti e ritriti. Quali? Vorremmo che Reppucci non ripetesse sempre il solito ritornello: che il Comune non ha soldi, che la gente è incivile, che il futuro della città sono i giovani, che bisogna segnalare le anomalie e le illegalità. Queste frasi le abbiamo ascoltate, in dieci mesi, almeno 30 volte.

Sono frasi vuote, però, se non accompagnate (in primis) dall’esempio dei pubblici amministratori, dei dirigenti comunali e, naturalmente, della triade commissariale al governo della città. Molte sono state le cose segnalate, le illegalità, le illegittimità palesi, ma spesso, troppo spesso, anche Reppucci, che al suo arrivo a Marano aveva detto che il”Comune sarebbe stato un palazzo di vetro e la casa della trasparenza”, si è voltato dall’altra parte. Troppe le sfasature, gli errori di scelta, le vicende gravi non segnalate alle autorità competenti o agli organi di disciplina interna.

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E allora domani non vorremmo che Reppucci, davanti a un pubblico forse distratto o poco attento alle dinamiche comunali, ripetesse l’arcinoto refrain. Vorremmo infine che i cittadini facessero “mea culpa” su alcuni aspetti (viabilità, smaltimento dei rifiuti in primis), ma pretendessero anche dall’istituzione locale, ovvero il Comune, maggiore impegno, più trasparenza, maggior senso della legalità e anche severità dove severità occorre. Lo facessero anche i parroci e gli insegnanti, troppo spesso silenti (per quieto vivere) dinanzi agli errori commessi dall’ente cittadino.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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