Perché quel concorso, di cui spesso riferimmo nei mesi scorsi, doveva essere congelato dai commissari straordinari. Le motivazioni sono numerose ed erano note anche ai commissari che decisero, tuttavia, di affidarsi (per le prove orali) al prefetto Manzo, che nulla sapeva (forse non fu informato, forse lo fu) di quanto fosse accaduto in precedenza e di alcuni retroscena. L’opzione Manzo fu decisa dal prefetto Reppucci.
Ma andiamo nel dettaglio. Il concorso in questione era inerente alla selezione di un istruttore amministrativo (categoria D1) a cui potevano partecipare sia dipendenti dell’ente cittadino sia esterni.
Cosa accadde? Alla selezione partecipò, tra gli altri, la dipendente comunale Paola Cocca, in servizio da anni presso l’ente comunale con una qualifica (categoria C) inferiore a quella per cui i candidati presentarono la relativa istanza.
Il bando era stato preparato dall’area amministrativa del Comune, lo stesso dove operava la dipendente Cocca, poi risultata vincitrice della selezione.
A capo della commissione esaminatrice, con una scelta fatta prima dell’arrivo della triade commissariale, si insediò la dirigente comunale Claudia Gargiulo (nella foto con la dipendente Cocca) che aveva e ha con la Cocca rapporti di amicizia e frequentazione, ben oltre insomma l’aspetto meramente professionale.
Segretario verbalizzante di quella commissione era un altro dipendente comunale, anch’egli ritenuto (a giusta ragione) vicinissimo alla futura vincitrice della selezione.
Cose note negli ambienti comunali che avrebbero dovuto spingere qualcuno a rifiutare l’incarico, per manifesto conflitto di interesse, ed altri a fermare le bocce di un concorso che già nei mesi scorsi era stato segnato da un mare di polemiche.
Le prove scritte si conclusero con un risultato per molti definito scontato: la dipendente Cocca ottenne il punteggio migliore ed è stato proprio quel margine di vantaggio, acquisito rispetto agli altri concorrenti, a risultare determinante per le prove orali.
Prove orali che si svolsero dopo alcuni mesi, il tempo necessario di modificare parzialmente l’assetto della commissione esaminatrice, presieduta non più dalla Gargiulo, che aveva però giudicato le prove pre-selettive di un’amica (le calligrafie di colleghi e amici sono facilmente riscontrabili) ma dal prefetto Manzo, nominato allorquando la Gargiulo si accasò presso il Comune di Napoli.
Per tutte queste ragione sarebbe quanto meno opportuno che tutti gli atti del concorso fossero inviati all’Anac o ad altri organi inquirenti, carabinieri in primis, che potrebbero, anzi dovrebbero far chiarezza su una vicenda con tanti lati oscuri.
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