Marano, la montagna non ha partorito nemmeno il topolino. Gli spostamenti dei dipendenti comunali? Una farsa in salsa maranese. Ecco cosa è accaduto

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Doveva essere l’operazione simbolo della commissione alla guida del Comune e invece, come pronosticato mesi fa, la montagna ha partorito pochino, forse nemmeno il topolino.

Parliamo degli spostamenti negli uffici comunali, misurata varata lo scorso 8 giugno con una discussa, contestata delibera dell’ex segretaria generale del Comune. Una delibera che fa acqua in molti punti, ripresa l’altro giorno dalla neo segretaria Bruno che, sentiti i dirigenti, i sindacati e i commissari, ha emanato l’ordine di servizio con il quale (nell’immediato?) si procede al cambio di ufficio di pochissimi dipendenti, una ventina in totale, mentre molti altri – anche chiacchierati – restano al loro posto o godono di congelamenti in attesa di tempi “migliori”.

Non si toccano i funzionari, non si toccano alcuni capi settore, non si toccano i dipendenti della Ragioneria, non si toccano (al 90 per cento) i dipendenti del settore tributi, poche e confuse le rotazioni nei vigili urbani e si prevedono affiancamenti in altri comparti per periodi non specificati.

Si muovono i seguenti dipendenti: Massimo Squarzoni (assegnato ai lavori pubblici), Vincenzo Brasiello (Lavori pubblici), Mario Longobardo (Affari generali), Carolina Perillo (Pubblica Istruzione), Felicia Santoro (Gare e contratti), Antonietta Tipaldi (Gare e contratti), Maria Rosaria Perillo (Politiche sociali), Vincenzo Passante (Politiche sociali), Gianluca Buonocore (Urbanistica), Giovanni Napoli (Urbanistica), Carmine Torino (Urbanistica), Giovanni Silvestri (Patrimonio), Tommaso Galluccio (Patrimonio), Domenico Turco (Patrimonio), Antonio Damiano (Avvocatura), Albino Matarese (Avvocatura), Franco Pellecchia (Avvocatura), Alessandro Bifulco (Avvocatura).

Congelata la posizione di Antimo Scotto, che doveva andare ai tributi; congelata la posizione di Vittorio Iorio, che resta al Commercio per qualche altro mese perché si sono accorti che la precedente delibera smantellava in pratica il comparto; congelata la posizione di Mimmo Iorio, che doveva andare all’Igiene Urbana al posto di Giovanni Balsamo, che resta dunque al suo posto. Congelato Paolo D’Auria.

Rotazioni ad minchiam anche tra i caschi bianchi dei vigili urbani. Ma al di là dei nomi, degli uomini che ruotano, è il criterio utilizzato che non convince. Vengono spostati dipendenti che non figurano nella relazione di scioglimento del Comune e altri che vi figurano non vengono minimamente toccati. Sarebbe stato il caso di procedere, seppur con gradualità, ad un turn over generalizzato, evitando di disarticolare interi comparti, con due o tre cambi per settore e spalmandoli nell’arco di un semestre o un anno.

Cosa ancor più grave: molti spostamenti sono solo di facciata: alcuni dipendenti, infatti, saranno chiamati a portare avanti anche vecchie incombenze. Lo faranno? Molti sono già sul piede di guerra. Questo disastro (e noi lo scrivemmo in tempi non sospetti) porta in calce la firma dell’ex segretaria D’Ambrosio, una sciagura per Marano, ma è stata avallata da una commissione che non se l’è sentita quanto meno di integrarla. Ad oggi, i dipendenti che dovranno ruotare non erano nemmeno stati informati.

E’ la classica storia alla maranese, insomma, lastricata di buoni propositi ma concepita e attuata nel peggiore dei modi. Marano, basta fare un giro per la città, è ancora regno dell’illegalità assoluta: l’abusivismo dilaga in tutte le sue forme, edilizio e commerciale, le ordinanze non vengono fatte rispettare, gli abusivi hanno ripreso possesso degli spazi pubblici, parcheggiatori in primis, le case confiscate marciscono e quelle abusive (vedi Galeota, via Consolare Campana e quelli nei pressi del circolo del tennis adiacente al ristorante Il Focolare) sono ancora occupate illegalmente e non vi è uno straccio di idea, prospettiva per il loro futuro. E i rifiuti? Stendiamo un velo pietoso.

Si va avanti così, si vive alla giornata. Certo, qualcosina si prova a farlo: il recupero delle morosità, i nuovi regolamenti idrici, la Carta dei servizi, la convenzione con la prefettura per la compagnia dei carabinieri, ma i nodi strutturali della macchina comunale e le problematiche ataviche della città continuano ad essere argomenti tabù. Dicono che siamo troppi severi. Dicono, ma non sanno o fanno finta di non sapere che la realtà è di gran lunga peggiore di quella che raccontiamo.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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