La Cassazione annulla 18 ordinanze di custodia cautelare a capi ed affiliati del clan Ascione

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Il Tribunale di Napoli – X sez. riesame – con provvedimento depositato il 03.02.17 aveva deciso di trarre in  arresto i vertici e gli affiliati del clan Ascione, operante in Ercolano, per una serie di  delitti commessi nel quinquennio 2004-2009.

La esecuzione delle misure di privazione della libertà  era stata  sospesa in attesa della valutazione del ricorso proposto dalla difesa degli imputati.

Oggi, la Suprema Corte di Cassazione – VI sezione penale –  presieduta dal dott. Conti e che vedeva come relatrice la dott. ssa Scalia –, nonostante il Procuratore Generale avesse chiesto il rigetto dei ricorsi,  ha capovolto  la decisione del Tribunale ed ha annullato le ordinanze di custodia cautelare sul punto relativo alle esigenze cautelari .

Tra gli annullamenti  colpisce quello ottenuto da  Di Bartolomeo Giorgio, ritenuto reggente della cosca,  il quale, difeso  dall’avv. Dario Vannetiello del Foro di Napoli, era stato tratto in arresto per ben 11 reati di camorra tra cui un tentato omicidio e numerose  estorsioni poste in essere con metodo  mafioso.

Costui, che ha sposato Ascione Patrizia figlia della storico capoclan, di recente è stato condannato ad anni 20 per l’omicidio di Carlo Polese, uno dei tanti morti ammazzati nella faida tra il clan Ascione ed il clan Birra.

Proprio le modalità di tale  omicidio oggi sono  di estrema attualità in quanto la difesa, sempre rappresentata dall’avv. Dario Vannetiello, in sede di appello punta sulla assoluzione per legittima difesa in quanto  la vittima, allorquando fu freddata dal colpo fatale, faceva parte di un commando che stava per compiere un agguato nella roccaforte del clan Ascione, il palazzo della moquette.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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