D’ora in avanti chi dovrà interloquire con Soresa si sentirà un po’ come nell’Oceania di Orwell, controllato a vista dal Grande Fratello. La società regionale, centrale unica degli acquisti, blinda le gare d’appalto. Lo fa rendendo pubblica ogni sua mossa: in pratica ogni fase del procedimento, momento per momento, sarà registrata e comunicata in tempo reale. Persino gli accessi: chiunque entrerà e uscirà dagli uffici verrà monitorato.
La rivoluzione è frutto di una convenzione, siglata da Soresa con la facoltà di Giurisprudenza della Federico II, che punta a creare un modello innovativo di trasparenza. Le premesse ci sono tutte: non a caso il sistema che si prepara a mettere in campo l’azienda ha suscitato l’interesse dell’Autorità anticorruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, che parteciperà alla presentazione dell’iniziativa. L’appuntamento è per lunedì alle 11,30 nell’aula Pessina della Federico II, al corso Umberto: oltre a Cantone ci saranno il docente di diritto amministrativo Ferdinando Pinto e il presidente di Soresa, Giovanni Porcelli. È proprio quest’ultimo a lanciare l’ardua sfida: «Vogliamo modificare radicalmente il modo di concepire la pubblica amministrazione rendendo Soresa non solo una casa di vetro ma una casa aperta a tutti». La strada, è evidente, appare in salita perché un cambiamento del genere determinerà inevitabilmente forti resistenze: «Sappiamo che all’inizio sarà difficile ma siamo certi che il personale e la dirigenza saranno all’altezza».
Il Mattino
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