Marano, il Comune sciolto per camorra. Tutti (partiti e giornaletti) muti, allineati e coperti.

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Muti, allineati e coperti. A parte Rifondazione comunista, che all’indomani della pubblicazione delle motivazioni sullo scioglimento per camorra del Comune ha inviato ai giornali una nota stampa, nessuno ha aperto bocca: niente comunicati, niente manifesti, niente di niente. Da destra a sinistra, passando per il M5S, tutto è passato come se si fosse trattata di una cosa “normale”. Dal Pd, che durante la scorsa consiliatura si era rivolto (assieme ad altre forze politiche dell’allora opposizione) al prefetto Pantalone per contestare la gestione dei lavori  in aula da parte dell’ex presidente del Consiglio Marra, nemmeno una virgola.

Tacciono anche i “diguidiani”, che pure erano stati attivissimi contro la giunta Liccardo. L’Udc? Nemmeno a parlarne. Lo scioglimento del Comune non interessa, o meglio interessa ma nessuno vuole entrare nella “scarzetta” del prete. Chi perché teme di esser tirato dentro a causa dei famigerati omissis, chi perché ormai è più interessato alle beghe interne che al bene della collettività e dell’ente cittadino, chi perché è tradizionalmente ostile alle campagne mediatiche. Qualcuno parla, sì, ma è il solito “Satrapo”, colui che ha messo la firma sulle manovre più oscure del Comune di Marano: Pip, cimitero, Giardino dei ciliegi, lottizzazioni, palazzo Merolla. Un politico ormai sconfessato dalla storia e dai fatti. Non hanno scritto nemmeno certi organi di stampa giuglianesi, che qualche tempo fa parlavano di Marano utilizzando i seguenti titoloni: “La rivoluzione silenziosa di Liccardo”. Ve li ricordate? Erano quei giornali e giornaletti che da sempre si vendono l’anima, nella speranza (spesso vana) di ottenere dagli enti locali qualche misera prebenda, qualche contributo per le loro marchette.

Un Comune sciolto per infiltrazioni della malavita e nessuno dice niente. Perché? Per i motivi citati in precedenza, ma anche perché la politica a Marano è morta ormai da tempo, come in tanti altri posti del Paese. A Marano, in particolare, è morta nel 2011, quasi in concomitanza con la fine di determinati poteri, imprenditoriali e camorristici.

Liccardo ha annunciato ricorso al Tar, ma non si sa su quali basi, visto che i fatti elencati nel decreto di scioglimento sono oggettivi e difficilmente smontabili. Farà ricorso anche l’ex vicesindaco Giaccio e qualche consigliere “omissis”…

Il punto è il seguente: la commissione d’accesso, il prefetto e il ministro dell’Interno non hanno scritto che Liccardo era ed è un camorrista. Tutti sanno a Marano che Liccardo non è un uomo della camorra. I relatori, gli inquirenti hanno detto altro: che Liccardo e la sua giunta hanno fatto poco, anzi nulla, per contrastare alcuni interessi di famiglie malavitose. “Protratto immobilismo e tecniche dilatorie”, ricordate queste parole: erano quelle che scrivevamo nei nostri articoli in tempi non sospetti.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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