De Luca e l’istigazione al voto di scambio: saranno ascoltati anche i sindaci di Napoli nord. Alcuni erano al Ramada

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Il prossimo passo dell’inchiesta sul governatore Vincenzo De Luca riguarderà la verità dei sindaci. Toccherà agli amministratori locali sedersi davanti al pubblico ministero che indaga sulla presunta istigazione al voto di scambio nell’ultima inchiesta che si è abbattuta sui vertici di Palazzo Santa Lucia. È possibile che a giorni saranno convocati in Procura per essere ascoltati come persone informate sui fatti, provando a chiarire i dettagli della campagna referendaria che il 15 novembre scorso passò per il discorso di De Luca all’hotel Ramada. Riflettori sui sindaci presenti a quell’incontro e su quelli a cui il presidente della Regione Campania rivolse le frasi finite all’attenzione della Procura per valutare se il governatore abbia istigato i circa 300 amministratori presenti al comizio a promettere benefit ai propri elettori in cambio di un sì al referendum del 4 dicembre.

Fino a qualche giorno fa il fascicolo era aperto come modello 45, cioè per fatti non costituenti notizia di reato, poi la svolta con l’iscrizione a modello 21 per una ipotesi di reato definita e con un nome nel registro di inchiesta. La macchina giudiziaria si è messa in moto per accertare se quello della frittura di pesce sia o meno un accordo che sconfina in qualcosa di penalmente rilevante. Alle polemiche che seguirono quel comizio, De Luca replicò riducendo la questione, incluso il riferimento alle «fritture di pesce» da offrire o a quel «vedi tu come Madonna fare», a battute con un velo di goliardia.

L’audio del discorso è agli atti dell’inchiesta e in questi giorni viene trascritto dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria che si occupano delle indagini con il coordinamento del pm Stefania Buda e del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Tutto ruota attorno alle parole che il governatore ha utilizzato nella campagna per sostenere il referendum dell’ex premier Matteo Renzi. L’obiettivo è verificare se dietro ci siano fatti che configurano o meno un’ipotesi collegata al voto di scambio e se il clientelismo sia stato o meno un mezzo per raccogliere voti, anche con riferimento a quella parte del discorso che puntava a far leva sul bacino di voti nell’ambiente sanitario («Ci sono 400 laboratori, sono tanti voti») e tenendo conto che successivamente all’incontro all’hotel Ramada De Luca avrebbe incontrato le associazioni della sanità privata. Gli inquirenti, quindi, intendono accertare come fu raccolto il consenso per la campagna a favore della riforma proposta dal governo Renzi.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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