Cercare tra i quaderni di ricette delle madri o delle nonne o trovare qualche vecchio foglio scritto da una zia, dimenticato in fondo a un cassetto, con le istruzioni per cucinare un dolcetto o un primo piatto “speciale”, ci permette di viaggiare nel tempo e nella storia di ciascuno, che è poi in fondo, la storia di tutti. Alla scoperta di un mondo perduto, familiare e conosciuto, che ci rimanda i riverberi di antiche sapienze, di abitudini e ricorrenze. Ne diventiamo i destinatari come per caso, e conserviamo a nostra volta gelosamente la testimonianza di un modello di vita che non conosceva la fretta, che non sottraeva al piacere del vivere un tempo vissuto con l’equilibrio delle attese e della pazienza. Ecco dunque da un quaderno dei primi del 900, una ricetta semplice che trascrivo con lo stesso lessico con cui fu scritta, tanto tempo fa.

Ingredienti
6 patate grosse
8/10 tuorli d’uovo
3 albumi
Noce di burro
Prezzemolo tritato, cannella in polvere e sale q.b.
Preparazione
“Lessate 6 patate grosse, sbucciatele e pestatele nel mortaio fino a ridurle una pasta, unitevi 8 o 10 tuorli d’uovo e tre chiare montate a parte, cioè sbattute sino ad averle ridotte come neve, aggiungetevi un poco di prezzemolo tritato, una presolina di cannella in polvere e sale quanto necessario. Mescolate ben bene il tutto tanto da formare un solo impasto. Mettete allora in padella un pezzo di burro, fatelo soffriggere un poco e versate quindi l’impasto suddetto distendendolo e uguagliandolo con un mestolo; lasciate rosolare da una parte la vostra frittata indi rivoltatela per mezzo di un piatto ponendo cura di non romperla e, rivoltata che sia anche dall’altra parte, servitela calda. Dette dosi valgono per servire 4 o 5 persone”.

Grazie, zia Matilde

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