La maxi discarica nell’area Pip di Marano, dopo 3 anni arrivano i rinvii a giudizio

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 Maxi discarica nell’area industriale, scatta il rinvio a giudizio nei confronti di due persone. I rifiuti, perlopiù materiale di risulta, elettrodomestici e rottami, furono individuati e sequestrati dal nucleo della polizia ambientale del Comune. Il blitz risale a tre anni fa. L’area oggetto degli sversamenti illeciti, suddivisa in svariate particelle, è di circa 7 mila metri quadri ed è situata a ridosso di un alveo naturale (il Vallone del Carmine) e di un terreno adiacente all’area per gli insediamenti produttivi di via Migliaccio. Gran parte dei rifiuti erano stati interrati e tombati e per questo motivo fu richiesto un intervento della Forestale e dell’Arpac.
La scoperta degli agenti della polizia ambientale di Marano, che erano stati allertati da una segnalazione, aveva portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Napoli e alla nomina di un custode giudiziario che avrebbe dovuto garantire i lavori per la rimozione dei rifiuti.
Lo stato dei luoghi, secondo i sopralluoghi effettuati dall’Arpac e dalla Forestale, fu completamente alterato. Gli scarti edili e gli altri rifiuti erano stati sversati finanche nell’alveo.
Le particelle di terreno oggetto degli sversamenti abusivi sono di proprietà della Team immobiliare, società collegata alla famiglia Cesaro di Sant’Antimo, aggiudicataria dell’appalto per i lavori nell’area industriale di Marano, e di Luigi Chianese. L’ipotesi di reato contestata è quella dell’illecito smaltimento di rifiuti. Il materiale di risulta individuato nel sito fu adoperato, tra l’altro, per coprire e spianare gli avvallamenti del fondo che, presumibilmente, sarebbe diventato un’area da adibire a parcheggio.
© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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