Marano, scioglimento sì, scioglimento no. Un ciclo si è chiuso in città. Ora tocca alla pubblica amministrazione?

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Il Comune di Marano sarà sciolto per infiltrazioni camorristiche? E’ il quesito più gettonato che circola negli uffici comunali e negli ambienti della politica (quel che resta) cittadina. La decisione – come noto-sarà presa dal ministro Alfano, sentito il prefetto di Napoli, non prima di novembre.

In questi mesi abbiamo più volte snocciolato numeri, dati, circostanze e fatti che potrebbero far propendere per lo scioglimento dell’ente. Si tratta di casi e situazioni imputabili non solo e non tanto alle scelte compiute negli ultimi 3 anni dalla politica ma che richiamano anche ai comportamenti adottati dagli uffici comunali. Sviste, errori, mancati abbattimenti, sgomberi, abusivismo non punito, procedure non proprio trasparenti. Di esempi ve ne ne sono a iosa.

La politica non è certo esente da colpe, ma in questi ultimi anni (in realtà il Comune doveva essere a rischio scioglimento anche negli anni precedenti e per evidenti ragioni) più che a fare si è limitata a non fare, vuoi per quieto vivere, vuoi per non rompere le uova nel paniere a qualche famiglia in odor di camorra. E’ chiaro che su alcuni ex amministratori e consiglieri, di maggioranza e opposizione, c’è un’attenzione particolare dovuta agli sponsor politici e alle parentele quanto meno scomode.

E più in generale c’è un clima, un sentore che Marano debba essere sciolto per un discorso più ampio. Con la caduta dell’imprenditoria legata alla camorra e con gli arresti dei maggiori latitanti, ora potrebbe toccare alla pubblica amministrazione, in modo tale da chiudere un ciclo, politico, amministrativo, imprenditoriale e criminale, che ha causato perlopiù macerie.

Ragioneranno in questo modo anche il prefetto Pantalone e il ministro Alfano o qualcuno, come sembrerebbe dagli ultimi rumors, si sta dando da fare e attivando (con pressioni politiche) e scongiurare lo scioglimento per camorra?

Noi riteniamo che oggi a Marano nessuno abbia tale forza e soprattutto la credibilità per potersi permettere di fare pressioni sugli organi sovracomunali. La partita è aperta, anche se è certo che la commissione inquirente (la commissione d’accesso) è favorevole allo scioglimento. Dipendenti comunali e politici sono stati esaminati ai raggi X: parentele, licenze commerciali ed edilizie rilasciate negli ultimi anni e tanto altro. Poi le questioni legate agli sgomberi, al cimitero comunale, ai canoni idrici, al Pip, ai rifiuti, al Piu Europa.

I presupposti, vagliati tali argomenti, ci sono tutti, ma la storia insegna che nulla può esser dato per scontato e che le manfrine in Italia, purtroppo, sono sempre all’ordine del giorno.

 

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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