Marano, la crisi (irreversibile?) della politica. Città e Comune in balìa degli eventi

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La politica a Marano? Se ne son perse le tracce nella primavera del 2011, subito dopo l’elezione a sindaco di Mario Cavallo, poi dimessosi dopo pochi mesi per manifesta idiosincrasia con i consessi democratici. Fortuna volle che Cavallo vinse (evitando così che al potere salisse l’avvocato Nando Scotto) e che Cavallo si dimise, spianando così la strada all’avvento del commissario straordinario Gabriella Tramonti, che tra molte buone intuizioni e qualcuna meno buona ebbe comunque il merito di puntare l’indice e agire contro prassi, pessime abitudini e vicende amministrative di cui nessuno si era mai occupato.

La politica cittadina scomparve in quei mesi. Un ciclo si era concluso o stava per concludersi, anche dal punto di vista criminale. I poteri forti erano meno forti e in molti, che per anni avevano goduto di appoggi e sostegni, tirarono i remi in barchi; altri invece furono bocciati dalle urne.

Dopo cinque anni di ricambi generazionali e nuove proposte (a parte i Cinque Stelle) non se ne sono viste. La politica cittadina, i partiti, in molti casi delegittimati a causa dei disastri del passato, vivono in una sorta di limbo. Oggi Marano è nuovamente commissariata e sul Comune aleggia lo spettro di un nuovo scioglimento per mafia. Tutti tacciano, attendono gli eventi, la relazione della Commissione d’accesso o chissà cos’altro. Morale della favola? Le problematiche della città (se ne contano a decine,) sono prese in carico dai media o da qualche singolo cittadino. Tutti tacciono anche sulla vergogna del servizio rifiuti e sulle bollette arrivate nelle case dei contribuenti.

Il Cinque Stelle è volenteroso, ma discontinuo, troppo discontinuo, forse perché preso dalle dinamiche nazionali o da quelle interne al Movimento; in campo resta qualche rimasuglio della sinistra estrema e il solito Bertini, tra gli artefici di numerosi disastri (abusivismo, debiti e altre situazioni più volte esaminate da questo portale) del passato e come sempre votato agli attacchi (smodati) di carattere personale, tesi a delegittimare chiunque non la pensi come lui o che gli dia “fastidio” e poco incline – come sempre – a denunciare le vere anomalie e problematiche della città.

Il Pd? Allo stato è una nebulosa: non è chiaro quale sia il progetto politico e se abbia voglia di recitare realmente un ruolo da protagonista in futuro. Le lotte intestine del passato sono in stand-by, ma gli animi (almeno all’interno) sono tutt’altro che rasserenati.

Il centrodestra? Archiviata l’esperienza Liccardo, in giro c’è poco o nulla, anzi più nulla che poco.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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