I luoghi del cuore. Arte e tradizione, storia e simboli: il rione Sanità

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Nessun luogo incarna le profonde dissonanze della città di Napoli, come il Rione Sanità. Il potere fantastico, simbolico, che il personaggio del Sindaco del Rione Sanità,  opera di Eduardo, sembra esercitare sulle cose e sulle persone, la sua etica e la sua verità, espressivamente scolpite nel volto scavato, nella fronte corrugata del grande artista, rimangono indelebilmente aderenti a queste strade, a queste antiche pietre. Il quartiere Sanità, luogo di sepoltura in età greco-romana,  è posto, come in una culla, nella valle che è ai piedi della collina di Capodimonte, tra le braccia di una parte vetusta e affascinante della città.

Tristemente noto per i continui casi di criminalità organizzata che spesso macchiano di sangue le sue strade piastrellate di scura pietra lavica, presenta un grande potenziale per una lenta, ma non impossibile riqualificazione,  grazie ai tesori che custodisce: le Catacombe di San Gennaro, San Gaudioso, la bellissima Basilica Paleocristiana di San Gennaro Extra Moenia, la Basilica Barocca di Santa Maria, il Cimitero delle Fontanelle, il Palazzo dello Spagnuolo.

La creazione si stiracchia ogni mattina mentre la tradizione le prepara la colazione e la trasformazione le aspetta in fondo al vicolo. Insieme, a braccetto, vanno a seminare meraviglie nelle menti, a stuzzicare cuori indolenti, a sostituire l’onda della disperazione con quella della speranza…” queste parole di Padre Antonio Loffredo, parroco del Rione, solo di pochi anni fa, richiamano fortemente alla possibilità di una rinascita. Un ponte, costruito  all’inizio dell’800, sotto Murat, per  unire la Reggia di Capodimonte con il centro storico, ha tagliato fuori il quartiere dalla vita della città, ma non dal suo cuore pulsante.

 

© Copyright Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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