Ci risiamo, la Grecia ha finito i soldi. Risorse finanziarie per altri 15 giorni

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Al centro della questione non tanto le misure prese finora da Atene, quanto quelle che dovrà prendere per garantire il traguardo più importante e cioè il raggiungimento degli obiettivi di bilancio entro il 2018.

In caso di mancato target, infatti, i creditori vorrebbero vedere applicate le cosiddette clausole di salvaguardia ovvero tagli automatici a specifiche voci di spesa per garantire il risultato. Una misura che Atene non ha intenzione di adottare perchè considerata incostituzionale oltre che legalmente complessa visto che basa i parametri su un evento ipotetico e futuro. Da qui la volontà del primo ministro Alexis Tsipras di convocare una riunione per convincere i creditori che la strada finora percorsa dal governo greco è quella più efficace. Riunione che, come confermato nei giorni scorsi, non si terrà mai perchè rifiutata dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

Anche perchè i finanziatori vogliono vedere una serie di misure credibili e specifiche varate in anticipo, prima che sorga l’emergenza, emergenza che, in realtà, è già presente visto che le casse della Grecia resteranno a secco (di nuovo) tra poco più di 15 giorni.

Infatti il governo centrale ha già avvisato i direttori degli ospedali dio far ritornare i finanziamenti ancora da usare su un conto corrente della Banca Centrale. Già da tempo, il Governo Tsipras aveva dato vita a una serie di tagli sulle spese primarie pubbliche, tagli che hanno permesso un risparmio di una prima tranche da 1,34 miliardi sui 10,5 miliardi di spesa previsti. Per questo motivo si è poi visto costretto ad adottare una strategia di emergenza già attuata quasi un anno fa quando, nel pieno della crisi, il governo chiese alle varie realtà statali di far confluire tutti i capitali in loro possesso in un conto corrente usato poi a garanzia per la raccolta sul mercato obbligazionario. 

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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