I luoghi del cuore. Aquara, la terra attraversata dall’acqua

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Il Cilento richiama immancabilmente, all’inizio della primavera, tutti gli appassionati del mare, delle antiche contrade, delle escursioni tra i paesaggi naturali incontaminati del Vallo di Diano, nel cuore del Parco nazionale del Cilento.

Eccola, circondata dai Monti Alburni, la città di Lucido di Aquara, il santo che ebbe qui i natali, intorno al 960 circa, e patrono del piccolo centro; su una collina sormontata da un castello risalente al XII secolo, Aquara ci accoglie con i suoi profumi antichi, con i comignoli dei caminetti, qua e là, ancora accesi, forse per cucinare, per riscaldare le case grandi che ancora stentano a carpire il calore tiepido delle  temperature primaverili. La piccola cittadina fece parte del Ducato di Benevento e poi di Salerno. Conserva edifici storici di grande importanza: due chiese medievali, che  affascinano per la loro struttura, la Chiesa di San Nicola e quella della Madonna del Carmine. Le vetuste cappelle di San Rocco, della Madonna del Piano, ci parlano di una religiosità arcaica, contadina,    profondamente segnata da una devozione semplice e sentita. La storia del centro antico è legata senz’altro alla struttura medievale del territorio prima, alla nobiltà aragonese poi. Ettore Fieramosca, all’inizio del ‘500, fu insignito del titolo di signore di Aquara da Ferdinando II d’Aragona.  Molta parte del Cilento nasconde, infatti, una storia interessante; i suoi centri storici sono stati prediletti da nobili e sovrani, che vi hanno lasciato come testimonianza storica della loro vita dimore ancora visitabili, antiche vestigia di epoche passate. Le sue origini sono però ancora precedenti, come testimoniano i resti di una antica villa rustica romana, le cui ceramiche, di notevole interesse, sono conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum. E’ attraversata, Aquara, dal fiume lucano Calore, affluente del Sele;    ricca di sorgenti, a questa  abbondanza di acqua si deve probabilmente l’origine del suo nome.  Rinomato per la produzione di olio e di vino, questo antico paese di appena 1550 abitanti, decentrato rispetto alle mete turistiche più famose, conserva testimonianza delle culture eterogenee che hanno appartenuto al Cilento, ed è profondamente radicato in una cultura contadina che è quella che più profondamente ci appartiene.

© Copyright Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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