Marò, l’Italia spera nel tribunale arbitrale dell’Aja. L’ottimismo dell’ambasciatore Azzarello

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L’Italia ci spera. E non potrebbe essere altrimenti. Perché dopo 4 anni trascorsi prigioniero in India, è giunta l’ora di porre fine “all’esilio” del marò Salvatore Girone. Ma la speranza riposta dal nostro Paese nel tribunale arbitrale dell’Aja che oggi e domani esaminerà la richiesta di far tornare in Patria il fuciliere di Marina (Massimiliano Latorre è rientrato nel 2014 per gravi motivi di salute ndr), sembra essere qualcosa di più di semplice speranza.

Ne è convinto l’ambasciatore Francesco Azzarello, che rappresenta l’Italia davanti al tribunale e che, intervistato dall’Ansa, non nasconde il proprio ottimismo: “L’Italia è convinta che vi siano i presupposti, sia giuridici che umanitari, affinché il Tribunale arbitrale possa considerare positivamente la possibilità di far rientrare il Fuciliere di Marina, Salvatore Girone, cui va il nostro pensiero affettuoso, in attesa della decisione dello stesso Tribunale sulla giurisdizione del caso”.

Sarà veramente così? Chissà. Di certo c’è che il Collegio di Difesa italiano è in riunione permanente all’Aja dal giorno di Pasqua per preparare al meglio gli interventi davanti ai giudici. La squadra è la stessa che lo scorso agosto difese le posizioni italiane davanti al Tribunale sul diritto del mare di Amburgo (Itlos), composta da esperti e avvocati di fama internazionale, italiani e di altre nazionalità, tra cui Sir Daniel Bethlehem, ex capo del servizio giuridico del Foreign Office britannico, il suo predecessore Sir Michael Wood, e ancora, tra gli altri, Guglielmo Verdirame, Paolo Busco e Ida Caracciolo.

Il Tempo

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