Esclusiva. Quando gli scissionisti prelevarono Antonio Nuvoletto e lo portarono a Mugnano. Gli anni dello scontro tra le famiglie di Marano e gli uomini di Riccio nei racconti inediti dei protagonisti

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Nelle oltre 700 pagine dell’ordinanza di arresto a carico, tra gli altri, di Antonio Nuvoletto, Salvatore Avolio, Celestino Esposito (alias Celeste), Giuseppe Iacolare (Peppolino), Gianpaolo e Gaetano Chianese, eseguiti lo scorso febbraio dai carabinieri su ordine della Dda di Napoli, non mancano i riferimenti, i racconti e le testimonianze relative ai rapporti criminali tra le famiglie malavitose di Marano e la cellula scissionista che faceva capo a Mariano Riccio, genero di Cesare Pagano, da due anni in carcere.

In particolare, Antonio Nuvoletto, a capo dell’organizzazione sgominata dai carabinieri e promotore e finanziatore del trasporto di ingenti quantitativi di hashish dalla Spagna all’Italia, racconta a Gianpaolo Chianese (i due sono intercettati all’interno di una Ford Fiesta) di esser stato prelevato dagli uomini di Mariano, in quel periodo (aprile del 2013) latitante.

L’intercettazione è del 9 aprile del 2013. Ecco le parole di Antonio Nuvoletto: “Vuoi sapere ieri cosa mi è successo? Mi stavo ritirando e all’improvviso si affiancano tre T Max: erano gli scissionisti. Ero da solo, come un uomo di merda, avevo la busta della mozzarella davanti al motorino. Mi chiese uno di loro: sei Antonio? Sì, sono Antonio”.

Scissionisti: “Ma Antonio Nuvoletto”?.

Nuvoletto: “Sì.

Scissionisti: “Puoi venire con noi, c’è un nostro amico che vi vuole parlare, però si mette vergogna di venire qua”.

Nuvoletto: “Ma è qualcuno che conosco?”.

Scissionisti: “Voi lo sapete, quello è di Marano”.

Nuvoletto: “Dove devo venire?

Scissionisti: “A Mugnano”.

A quel punto prosegue il racconto di Nuvoletto a Chianese: “Posai il motorino e andai con loro. Uno di loro mi disse: uà però. E io risposi: “Che problema ho, scusa. Qui vale la parola, voi mi potete anche ammazzare. Io muoio con la testa alzata e voi vivete con la testa abbassata, qual è il problema?

Ecco cosa accade quando Nuvoletto viene portato a Mugnano. L’incontro con Antonio Ruggiero, punto di riferimento a Marano per Riccio, da due anni sparito dalla circolazione per un presunto caso di lupara bianca.

Nuvoletto: “Appena lo vidi dissi: puorc e merd che mi devi mandare a prendere? Non puoi venire tu a casa mia. Lui a ridere.

Ruggiero Antonio: “No, ci dobbiamo prendere un caffè insieme, ci dobbiamo volere bene, ognuno deve stare nel paese suo.

Nuvoletto: “Se ognuno deve stare al paese suo, che devi stare a fare in questo paese di merda? Tutti a ridere. Ci prendemmo il caffè e io dissi: adesso posso andarmene casa?

Ruggiero: “Andiamoci a mangiare una pizza”.

Nuvoletto: “Ma quale pizza, accompagnami a casa. Presero e mi accompagnarono a casa”.

A questo punto del racconto interviene Gianpaolo Chianese, amico e sodale di Nuvoletto.

Chianese: “Ma ti vennero a prendere o ti trovarono?

Nuvoletto: “Ma secondo te mi vennero a prendere? Avevano l’imbasciata che dovevano prendermi”.

In riferimento all’espansione della cellula scissionista nel territorio di Marano, sono significative anche le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Antonio Leonardi, dell’omonimo clan. Nel verbale del 17 febbraio del 2015, Leonardi dichiara: “Mi attivai per organizzare un incontro che avvenne nella Masseria Cardone che faceva da garante, se ben ricordo nell’ottobre del 2012. In questa riunione si dovevano chiarire le posizione e confermare le alleanze ed avere la garanzia che nessuno a Marano appoggiava gli Abete-Abbinante. Parteciparono a quell’incontro io, in rappresentanza della mia famiglia, un rappresentante della Vinella Grassi, Licciardi, Antonio Nuvoletto, Giuseppe Simeoli, rappresentante dei Polverino. In quella riunione fu chiarito il posizionamento criminale e le alleanze di tutti noi. Antonio Nuvoletto disse che le famiglie di Marano erano ritornate ai vecchi tempi ed erano tutte unite, Nuvoletta, Polverino e Orlando contro gli Abete-Abbinante. In quell’occasione Nuvoletto rappresentò anche che, in quel periodo, a Marano, stavano avendo dei problemi con il genero di Cesare Pagano (Riccio ndr), il quale faceva estorsioni a Marano e aveva invaso alcune piazze di spaccio di competenza dei maranesi. Io gli garantii che avremmo risolto il problema”.

In un verbale dell’ottobre del 2014, Leonardi sottolinea: “Poco prima che fosse arrestato mio padre, Nuvoletto Antonio chiese un incontro con mio padre perché vi era un’invasione di campo di Mariano Riccio su Marano. Era il periodo in cui noi eravamo in lotta con gli Amato-Pagano, cui appunto apparteneva Riccio. Ci incontrammo alla Masseria Cardone, nostra sede operativa, io,mio padre, Antonio Mennetta, James, il marito di Maria Licciardi, e vennero Nuvoletto Antonio e due dei Polverino. Nuvoletto Antonio venne con i due esponenti dei Polverino perché sono tutt’uno: si lamentarono con mio padre perché Mariano Riccio vendeva la cocaina a Marano, luogo in cui loro avevano autorizzato solo Salvatore (Avolio ndr) a vendere questo tipo di droga. Nuvoletto Antonio disse a mio padre che avevano un problema in comune, e cioè che entrambi avevano interesse ad eliminare Riccio. Così, tramite il gruppo dei Licciardi, mandammo l’imbasciata a Mariano di allontanarsi da Marano altrimenti avrebbe avuto contro anche i Nuvoletta, cosa che Mariano poi fece”.

In riferimento a una conversazione del 28 aprile del 2013 tra Nuvoletto e Chianese, si discute del pestaggio del cognato di Salvatore Avolio, avvenuto a Mugnano a causa di uno sconfinamento dello stesso nelle piazze di Mugnano per la vendita della cocaina.

Nuvoletto: “Picchiarono il cognato di Salvatore Avolio (Francesco) ma perché se lo meritava. Però non lo picchiarono a Marano, se lo presero, andarono a Mugnano perché si mise a vendere la cocaina a Mugnano. Poi noi, con il cognato di Avolio, non abbiamo niente a che vedere”.

Salvatore e il fratello del cognato di Avolio (Giuseppe) saranno successivamente vittime di minacce e agguati. Avolio il 26 giugno del 2014 fu ferito da colpi d’arma da fuoco al corso Europa di Marano, mentre l’abitazione del fratello del cognato, sita in via Vallesana, fu raggiunta da cinque colpi d’arma da fuoco (5 settembre 2014).

 

 

 

© Copyright 2016 Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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