I luoghi del cuore. Castellabate: “Qui non si muore” pronunciò il re

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Sulla cima rocciosa che si erge nel primo tratto della costiera cilentana sorge Castellabate, dove si aggrappano le case bianche, in bilico sulla scogliera, insieme al suo Castello. Questo fu voluto dall’abate Costabile Gentilcore nel 1123, e il nome del piccolo comune deriva proprio dal suo fondatore: “castrum abbatis”, ovvero castello dell’abate.Tra la Punta di Sauco, sotto il Monte Tresino, a nord, e il fiume Rio Arena vicino Ogliastro Marina a sud, la costa sotto Castellabate abbraccia uno dei tratti più belli di mare, e dall’alto del paese la vista è davvero eccezionale.
Il destino del comune è preservato dalla tutela costante dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, secondo un sistema di aree protette, sia marine che collinari, che fanno di questa estrema propaggine del Monte Stella una cassaforte di bellezza. Colpito da questo panorama privilegiato, il re Gioacchino Murat, che fu ospitato a Castellabate nel 1811, poco prima il tragico epilogo della repubblica napoletana,ebbe a dire “Qui non si muore”. La roccia sedimentaria, composta da diverse stratificazione, arenaria, argilla, calcare, affiora insistente, armoniosa e massiccia, in più punti. Incurante del tempo che la erode, appare solida sul suo mare, estrema testimonianza di perseveranza, di cura e di amore per un territorio la cui bellezza reca il fascino dell’eterno.
© Copyright Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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