I “guagliuncielli” di Bertini, quelli che vogliono andare a casa e quelli che un po’ bluffano. Ecco lo stato dell’opposizione a Marano

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I “guagliuncielli” di Bertini, quelli che non volevano mandare a casa Liccardo e quelli che vorrebbero farlo ma che osano poco. Sono in dodici, dodici oppositori, almeno sulla carta, che dopo il fallito tentativo di mandare il sindaco a casa con la manovra dal notaio ne hanno indovinate poco, davvero poco.

Eccoli in rassegna.

Pasquale Coppola. Il più enigmatico dei consiglieri, indiscusso Principe di Bisanzio della politica cittadina, termine coniato da Terranostranews per sottolineare il suo fare da consumato bizantino, è ad oggi uno di quelli che ha sempre (o quasi) sposato le tesi di Bertini. Ha esperienza da vendere e buonissime doti dialettiche, ma è uno di quelli che a casa non è mai voluto andare. Perché? Coppola ne ha fatte di cotte e di crude in questi tre anni: è stato il main sponsor di Michele Palladino, candidato sindaco del centrosinistra poi finito a dar sostegno a Liccardo; è stato lui, assieme al trasformista Palladino, a consigliare a suo tempo a Tagliaferri di non presentarsi alla seduta in cui si sarebbe dovuto sfiduciare e censurare l’ex vicesindaco Giaccio. E’ stato lui a flirtare per qualche tempo con l’ex assessore Gaetano Orlando, che aveva proposto al primo cittadino di avallare la sua candidatura alla presidenza del Consiglio comunale. Fu lui ad uscire dall’aula al momento del voto sul Giardino dei ciliegi, anche in quel caso su suggerimento di Bertini. Ha sale in zucca Coppola e sicuramente non è un disonesto. In questi ultimi due mesi ha avuto anche qualche buona idea, ma non è continuo e soprattutto non vuole inimicarsi il satrapo dell’Altra Marano. Voto 7 per le potenzialità. Voto 4- per le troppe ambiguità. Poca continuità anche per il suo compagno di partito Roberto Sorrentino. Voto 6 perché ci prova. Voto 5 perché a volte si assenta dal gioco.

Vincenzo Passariello. Ex assessore, ex consigliere, è un altro esponente del civico consesso dal curriculum pesante. Vicino a Iacolare da sempre, in Consiglio comunale le ha sempre cantate a Liccardo e ai suoi. Qualche comportamento, però, non sempre è sembrato lineare. Qualche uscita, esternazione non è piaciuta: ha dato in certi casi l’impressione di esser pronto ad aprire una trattativa con il Fagiano. Anche lui spesso succube di Bertini. Voto 6,5 per gli interventi in aula. Voto 4 per qualche ambiguità di troppo.

Lorenzo Abbatiello. Partito in sordina, si è poi ripreso: è diventato più preciso e meno timido in aula. Non gli si può rimproverare più di tanto, ha cercato quasi sempre di fare il suo dovere e l’impegno, seppur non continuo, l’ha dimostrato. C’è un però, un grande però. Fortunatamente o sfortunatamente per lui, Lorenzo è anche il figlio di un dipendente comunale e spesso l’amministrazione comunale, i mediatori di turno, hanno tentato e cercano di far leva su questa situazione per metterlo un po’ in difficoltà. Voto 6,5 per l’impegno. Voto 5 perché potrebbe e dovrebbe far di più.

Mimmo Paragliola. Anche lui soffre un po’ di sindrome da bertinite. In passato ha un tantinello barcollato dinanzi a qualche proposta della maggioranza, ma a dire il vero, almeno ufficialmente, non ha mai ceduto. I suoi discorsi si sono fatti più incisivi negli ultimi consigli comunali. Ma c’è un però anche in questo caso: è alla sua ultima apparizione in qualità di consigliere e, pertanto, non sarebbe contentissimo di andarsene a metà del mandato. Spesso è stato contattato dal sindaco e da qualche mediatore. Voto 6,5 per esperienza e qualità dei discorsi. Voto 4,5 perché è fin troppo moderato.

Alessandro Recupido. Consigliere bertiniano, un tempo consigliere di Perrotta (non lo contestava mai), un tempo anche fido sostenitore di Corrado Gabriele. E’ tra tutti i consiglieri di minoranza quello più morbido verso Liccardo. Non nasconde la sua amicizia e simpatia per Enzo Marra, presidente dell’assise, ed è un assiduo frequentatore delle commissioni consiliari. Non prende mai le distanze dal suo “capo” (Bertini), un po’ per mancanza di coraggio, un po’ per quieto vivere, un po’ perché a casa non vuole proprio andare. Voto 6 per la fedeltà di facciata. Voto 3 per tutto il resto.

Dino Pellecchia. Vedi alla voce Abbatiello. Ha lasciato la maggioranza, ne ha cantate di cotte di crude a Liccardo e agli ex dissidenti. Ha anche lui ha un papà impiegato al Comune e talvolta, per non creargli difficoltà, è in un certo senso costretto a frenare. A casa ci vuole andare, ma ultimamente, al pari di Lino Catuogno, suo compagno di cordata, sembra essersi un po’ ammorbidito. Voto 6,5 per aver fatto mea culpa. Voto 5 perché dovrebbe e potrebbe far di più.

Marco Tagliaferri. Ha fatto qualche giro di troppo: opposizione, maggioranza, poi di nuovo opposizione. Ora sembra essersi stabilizzato. E’ uno dei pochi che critica Bertini quando sbaglia. Si muove con comunicati stampa, dichiarazioni, foto sui social, ma è per natura un moderato e non incline (per carattere e formazione culturale) alle grandi battaglie. Quelle di cui ora necessiterebbe la città. Voto 7 per aver sfidato a viso aperto il satrapo dell’Altra Marano. Voto 5 perché è un po’ troppo altalenante.

 

 

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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