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Il consiglio comunale di Marano di Napoli si avvia, verosimilmente, verso il quinto scioglimento per mafia. Eppure continuano le manovre poco ortodosse e ci si chiede cosa spinga lo “Zio” a questo strenuo barcamenarsi. Per fare che? Per difendere cosa? Intanto lo “Zio” si sta ancora muovendo su alcuni fronti.
Da un lato spera nella “nipotina”, che la sua presenza, in certi contesti, possa in qualche modo fare da deterrente verso la decisione in arrivo. La ragazza, ignara del pericolo, abbozza sorrisi di circostanza, e prova in qualche modo ad aiutare lo “zio”, ma anche questo tentativo non sortirà alcun effetto. Rischia anche lei di farsi male, lo sa?
Sull’altro versante c’è un noto “Pierino Legale”, impegnato in una maratona podistica tra uffici importanti, che farebbe invidia a Bolt, con il solo risultato di consumare suole e inondare di sudore le austere scrivanie della burocrazia. La strategia di “Pierino”, diciamocelo, sono state in qualche modo favorite dalla buonafede di personaggi importanti, che non hanno compreso appieno quale fosse la reale manovra e il reale intento.
Pierino, da mesi, viene spedito in missione con metodi che ricordano più le trattative di contrabbando che la diplomazia istituzionale.
C’è poi il “Chiummo”, che dall’alto della sua ignoranz0,a bazzica in determinati ambienti, ma tutti sanno che non è una cima e che poco può fare.
Anche la “Marcia nuziale” ha chiesto in giro, ma è scaltro e non si può esporre più di tanto.
La “Liberata”, invece, faceva affidamento sugli agganci del “congiunto”, il milite ignoto.
Diciamo che questi erano gli agganci forti dello “zio”, che per tali ragioni si sentiva non sicuro ma sicurissimo.
In fondo, la loro tragicomica resistenza è la perfetta rappresentazione di un sistema che, in certi anfratti d’Italia, ha scambiato per troppo tempo la scorciatoia “amicale” e parentale per la via maestra, illudendosi che le regole fossero fatte solo per gli altri.
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