L’editoriale della domenica. Marano, Bertini condannato per concorso esterno con la camorra e il silenzio di destra e sinistra. Nessun commento, dopo oltre un mese, su un fatto di tale rilevanza politica. Povera città!

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E’ passato più di un mese, esattamente un mese e sette giorni, da quando i giudici del tribunale Napoli nord si pronunciarono sul caso giudiziario che vedeva coinvolti, in qualità di imputati, l’ex sindaco di Marano Mauro Bertini, l’imprenditore edile Angelo Simeoli e i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro. Una sentenza di primo grado, culminata con la condanna di Bertini a 12 anni e 6 mesi di carcere (concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione), di Armando Santelia, 12 anni, dei fratelli Cesaro, Raffaele e Aniello che, insieme con Angelo Simeoli, sono stati condannati a tre anni. Assolto il solo Eduardo Pellecchia.

Un mese e sette giorni e nessun esponente politico di Marano, eccezion fatta per Michele Izzo, ha commentato la notizia. Alcuni giornali, spudoratamente di parte o in malafede, hanno persino occultato il dispositivo di sentenza. Solo Terranostranews ha relazionato, con costanza, sul processo e sulla sua conclusione.

Una notizia importantissima nascosta alla cittadinanza, perché riguardante soggetti che hanno avuto un ruolo importantissimo in città. In primis Bertini, naturalmente, che ha guidato la città di Marano per 13 anni e per la quale ha svolto, nel civico consesso, anche il ruolo di consigliere comunale fino a 4 anni fa.

Non una parola, una nota, dal Pd locale, che pure nel corso degli anni è spesso entrato in forte contrasto con l’ex sindaco, che a suo tempo – da consigliere comunale – aveva aspramente criticato l’attuale primo cittadino Matteo Morra e l’imprenditore, nonché ex consigliere, Eduardo Simioli.

Non una parola dalla sinistra più radicale, che pure – in tante dichiarazioni passate – si era detta pronta a commentare qualora Bertini fosse stato condannato. Nessuna presa di distanza, invece, nessun commento, nessun mea culpa per aver sostenuto le sue candidature, né tanto meno un ragionamento o un minimo di riflessione politica, non solo o solo su Bertini, ma quanto meno sulle amministrazioni degli anni Novanta e inizio Duemila prese in esame nel processo appena ultimato.

Una figura davvero barbina, per chi – da anni – si propone come candidato sindaco o come persona fortemente legata ai temi della legalità.

Anche dal centrodestra, preso a pallate a più riprese da Bertini, nemmeno uno straccio di commento. Niente. Così come dal mondo pentastellato, che a livello nazionale sostiene di essere dalla parte dei magistrati e delle battaglie antimafia. Destra, sinistra, stelle, stelline o centro: a Marano sono tutti uguali su certe tematiche. Nessuno si sbilancia, nel bene o nel male, pro o contro Bertini. E per quale motivo? Perché qualcuno non può permettersi di parlare, altri perché sono stati a stretto contatto con l’ex sindaco, altri ancora per semplice quieto vivere, altri ancora perché sono semplicemente senza dignità e spessore politico.

Ora, i soliti marpioni, diranno che aspettano la sentenza di secondo grado prima di commentare. Sentenza che, se tutto filerà per il verso giusto, arriverà tra il 2025 e il 2026. Come sono bravi, ci vien da scrivere. Se fosse stato condannato qualche altro ex sindaco o referente politico importante, avrebbero pubblicato un comunicato al secondo e sarebbero scesi in piazza o avrebbero affisso manifesti a tutto spiano. Povera Marano, questa è la classe politica che ti ritrovi. E questa è anche la classe ecclesiastica che ti ritrovi. Ricordate quando quel noto sacerdote ebbe a dire: “Se Bertini è mafioso, io sono il capo della mafia”…

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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