Lavinia uccisa dal crollo di una statua. «Niente giustizia per la nostra Lalla, la Germania come l’Egitto»

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Nell’estate del 2022, quando la loro bambina, Lavinia, morì schiacciata da una statua di duecento chili che le cadde addosso nel giardino dell’albergo di Monaco di Baviera dove erano in vacanza, Michele Trematerra e sua moglie Valentina Poggi decisero di non avviare nessuna azione civile. Volevano soltanto che i responsabili venissero perseguiti, volevano giustizia. Non l’hanno avuta. La magistratura tedesca ha archiviato tutto: per la morte di Lavinia, che in famiglia chiamavano Lalla, in Germania non ci sarà nessuno che pagherà.

Michele Trematerra, avvocato, così come anche sua moglie, fatica a esprimere il proprio sconcerto. «Certe cose te le aspetti dall’Egitto, come nel caso Regeni, ma non da un Paese che dovrebbe essere un faro per l’intera Europa».

Vi siete spiegati il perché di questa decisione?

«Da quello che abbiamo capito, sostengono che la statua si trovasse lì da prima che l’albergo venisse venduto, e che i nuovi proprietari non avevano l’obbligo di verificarne la stabilità. Mi sembra incredibile».

Repubblica

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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