Ormai Matteo Morra sembra imitare il governatore De Luca: offese alla stampa, accusata di superficialità, poi attacchi alla consigliera Fanelli e definizioni che si commentano da sé: ovviamente il Morra non fa, chissà perché (forse teme querele), nomi espliciti delle testate cui si riferisce, ma definisce “fesso” chi pubblica foto del suo “grandissimo amico Eduardo Simioli” nei pressi degli uffici comunali, definisce blog testate giornalistiche regolarmente registrate e che fanno numeri alti, 70-80 mila visualizzazioni al giorno (le tue dirette, Morra, sono viste da amici, parenti, consiglieri e affini), lette e rispettate in tutto il territorio e soprattutto negli ambienti giudiziari e investigativi, dimenticandosi che l’unico organo mediatico “pezzotto” è forse quello che lo “sostiene” apertamente. A buon intenditor, poche parole.
Con la solita aria da professorino con la penna rossa, il democratico Morra – che però rifiuta sempre il contradditorio (paura, eh?) – bacchetta a destra e a manca. Ancora una volta si giustifica per le cose che non vanno bene in città (la solita lagna dell’ennesima diretta Facebook) e poi, udite udite, vorrebbe che i consiglieri non si rivolgessero alla stampa ma espletassero il loro ruolo solo nei contesti istituzionali. Un salto all’indietro di cento anni, forse. Il Matteo furioso dimentica o finge di non sapere che le pagine dei siti e dei quotidiani italiani sono strapieni, da decenni, di dichiarazioni di politici che chiedono conto dell’operato di sindaci, governatori, parlamentari, presidenti del Consiglio e quant’altro.
Morra, invece, vorrebbe che tutto restasse nelle stanze e sedi comunali. E poi fa pure la morale sulla libertà e dice ad Izzo, che lo aveva chiamato in causa su una concessione edilizia, che “non siamo nella Russia di Putin e che certi compiti attengono agli uffici”. Meglio non parlare della Russia di Putin o di certi commenti Twitter su Hamas e Israele. Meglio non parlare…
Ma andiamo nel dettaglio. Da che mondo è mondo i consiglieri si rivolgono al capo dell’amministrazione, non perché lui – il capo – sia responsabile di tutto, ma perché da capo dell’amministrazione può avere maggiori notizie a disposizione e fare chiarezza su alcuni punti e temi importanti.
Siamo all’Abc, insomma. Nessuno, a Marano, poteva credere che il neo sindaco fosse così pedante su queste cose che hanno sempre fatto parte dell’agone politico-amministrativo. Dice di aver preso le distanze dall’evento dei Simeoli, il festeggiamenti per un’assoluzione che tanto ha fatto discutere. Verissimo, ma poi dice di aver preso le distanze anche dal suo caro amico Eduardo Simioli.
Ecco il testo del comunicato da lui fatto inviare agli organi di stampa (che dice di non leggere, che ritiene essere superficiali) qualche settimana fa. Dove sarebbe il riferimento a Simioli?
Ecco il testo:
Circolano sul web le immagini dei festeggiamenti per l’assoluzione di un noto imprenditore maranese in uno dei procedimenti giudiziari che lo riguardano. Pur comprendendo sul piano umano il sollievo della persona coinvolta e dei suoi familiari, prendiamo nettamente le distanze da gesti di ostentazione che sembrano tratti da un episodio della serie tv Gomorra. Nel contempo, a prescindere dall’esito della singola vicenda giudiziaria, ribadiamo la nostra più ferma condanna dei fenomeni di acquiescenza, quando non di piena vicinanza, al sistema camorristico che nei decenni scorsi hanno inquinato la politica e l’economia locale producendo per la nostra comunità danni incalcolabili. Perché le attuali difficoltà gestionali del comune e i problemi che con grande fatica stiamo cercando di superare sono una diretta conseguenza di logiche, rapporti e interessi che devono essere consegnati al passato e che non possono trovare alcuno spazio nel presente e nel futuro della nostra città.