Putin taglia il gas a 13 Paesi Ue, ma i prezzi scendono

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Alla fine l’ha fatto. Vladimir Putin ha chiuso il Nord Stream fino a data da destinarsi e per l’Unione Europea ora gira male. Il gasdotto da 167 milioni di metri cubi al giorno che collega la Russia alla Germania passando dal mar Baltico non riaprirà sabato, come previsto, dopo i tre giorni di manutenzione programmata a causa di un nuovo, presunto, guasto.

Il taglio alle forniture di gas naturale da parte della russa Gazprom ha colpito 13 Paesi dell’Unione europea. Ma a dispetto di quanto successo nel recente passato, i prezzi dell’oro blu e più in generale dell’elettricità stanno scendendo. Una situazione inedita, su cui gli esperti si stanno interrogando. E c’è chi parla di una possibile bolla del gas pronta a scoppiare. Facendo saltare in aria i piani di Vladimir Putin.

L’andamento al ribasso sta andando avanti da giorni. Ma la chiusura avvenuta ieri del Nord Stream, il gasdotto che rifornisce la Germania e da qui altri Paesi europei, aveva fatto pensare a un’inversione di tendenza. Invece, nelle ultime 24 ore il prezzo del gas in Europa si è contratto, arrivando all’apertura di oggi alla borsa di Amsterdam a una quotazione di 238 euro al megawattora, contro la media di 300 euro registrata fino a una settimana fa.

Anche i prezzi all’ingrosso dell’elettricità sono diminuiti in modo significativo. “Il prezzo dell’elettricità sulla borsa elettrica europea EEX è crollato di oltre il 30% – scrive Welt – I cosiddetti futures per l’energia elettrica in consegna nel prossimo anno sono improvvisamente scesi da valori di picco, alcuni dei quali anche superiori a 1000 euro per megawattora, a un livello inferiore a 600 euro. Una buona notizia per le numerose aziende che avevano ritardato l’approvvigionamento di gas ed elettricità per l’anno successivo”.

Certo, 600 euro sono un prezzo ancora elevato rispetto ai costi a cui le imprese erano abituate. Ma la dinamica, secondo diversi esperti, potrebbe essere il segno che l’annuncio di imminenti misure straordinarie da parte della Commissione europea, come il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità, o il price cap, possano avere spinto gli speculatori a cercare di vendere l’elettricità prima di tali interventi accettando un incasso più basso, ma pur sempre più alto di quello che rischiano di realizzare nel prossimo futuro.

Secondo Tobias Federico della società di analisi Energy Brainpool di Berlino, quello a cui stiamo assistendo potrebbe essere ben più di un calo temporaneo: “La bolla dei prezzi delle ultime settimane non poteva essere spiegata con dati fondamentali”, spiega al Welt. “Era chiaro che a un certo punto (la bolla) sarebbe scoppiata, ma non quando e come”. Secondo Lion Hirth, esperto di mercato energetico presso la Hertie School di Berlino, il calo dei prezzi ha soprattutto una valenza politica nel contesto del braccio di ferro tra Germania, Ue e Russia: “Il potenziale di ricatto di Mosca è svanito nel nulla”, sostiene.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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