Carcere a vita. È una sentenza storica quella emessa ieri nei confronti di boss e gregari del clan Longobardi-Beneduce. Alla sbarra coloro che hanno dato il nome all’organizzazione che per anni ha gestito il malaffare nell’area flegrea: Gennaro Longobardi e Gaetano Beneduce. Con loro, condannati alla massima pena, i capi dell’ala quartese del clan, noti come quelli del Bivio: Salvatore Cerrone e Nicola Palumbo. Per tutti l’accusa è di aver trucidato gli ex boss di Pozzuoli Domenico Sebastiano e Raffaele Bellofiore. Un duplice omicidio rimasto senza colpevoli per quasi 22 anni, e che avrebbe cambiato per sempre la geografia criminale dei Campi Flegrei. Un massacro pianificato nei minimi dettagli, davanti agli occhi dei residenti del rione Toiano, da sempre roccaforte del clan. A dare un decisivo impulso alle indagini sono state le parole del super pentito Roberto Perrone, braccio destro di un altro potentissimo boss: Giuseppe Polverino, a capo dell’organizzazione che da Marano aveva allungato i propri tentacoli anche a Quarto.
Fonte Il Mattino
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