Elezioni, Pd fragile, M5S a un bivio e la fuga per la vittoria del centrodestra

0
454 Visite

Il centrodestra sempre più vicino alla maggioranza
Terza variabile: quanto sarà grande lo schianto del Partito Democratico? Grande o molto grande? Più piccola sarà la base elettorale dei democratici, più grande sarà quella del centrodestra. Non per i voti “strappati”, non per la sovrapposizione degli elettorati (o comunque non sempre), piuttosto per la distribuzione dei seggi e per i meccanismi della legge elettorale, sia quello maggioritario che quello proporzionale. L’istituto Ixè non è stato solo il primo a valutare il Pd addirittura sotto la soglia del 23 per cento, ma in un’analisi pubblicata dalla Stampa assegna al Partito democratico solo 131 seggi (con il M5s a 147 e Liberi e Uguali a 28). E così nello stesso scenario il centrodestra sarebbe vicinissimo alla maggioranza, toccando quota 310 (è la prima volta che l’alleanza Fi-Lega-Fdi viene data così alta anche nelle proiezioni sul numero dei deputati). C’è di più. Perché, a parte del Nord in cui il centrodestra fa cappotto e il Sud di cui si è già detto, un’altra folla del Pd si potrebbe aprire addirittura nelle Regioni rosse.

Seggi “blindati” per il Pd? Ne sono rimasti 6…
Secondo Ixè i collegi davvero sicuri sono solo 6: Firenze NordScandicciEmpoliSesto FiorentinoModenaCasalecchio di Reno. Gli altri sono diventati contendibili dal centrodestra, con distacchi inferiori al 10 per cento. Per il Pd “un ribaltamento anche rispetto al 2013″ ha detto alla StampaRoberto Weber, direttore di Ixè. E non è colpa della concorrenza di Liberi e Uguali (che nelle Regioni rosse ha una media in linea con quella nazionale), delle scissioni e nemmeno di Giove Pluvio. E’ colpa, più propriamente, di un partito che ha perso i voti per strada: lo scorso anno, di questi tempi, sia pure dopo la botta del referendum costituzionale, per la stessa Ixè il Pd oscillava tra il 30 e il 31 per cento. Ora, raccattando liste e partitini qua e là, il centrosinistra a guida democratica non supera il 26.

M5s, il primato che non produce seggi 
La griglia di partenza a poco più di due mesi dal voto e all’inizio della corsa elettorale si completa da una parte con il Movimento Cinque Stelle che continua ad essere di gran lunga la prima forza politica del Paese con una percentuale ormai puntellata da mesi tra il 27 e il 29 per cento. Il problema è che un risultato del genere sarebbe un boom ancora più rumoroso di quello del 2013, ma senza esito perché i grillini sono quasi inesistenti nei collegi del riparto maggioritario: di 147 che Ixè assegna ai Cinquestelle, solo 32 sono frutto delle sfide first-past-the-post, a petto – per esempio – del centrodestra che i suoi 310 deputati secondo i sondaggi li prende in modo “equilibrato” (167 nei collegi, 143 nel proporzionale) Al Nord quasi non toccano palla a parte la Liguria, al Centro resistono nel Lazio, al Sud fanno il pieno nelle Regioni meno popolose ma soffrono un passo di ritardo in quelle più importanti (SiciliaCampaniaPuglia). Ed è irrealistico e senza senso qualsiasi ragionamento del post-voto in funzione di una possibile collaborazione con Liberi e Uguali che nei collegi non esisterà (il motivo si capisce da sé) e potrà contare solo su 28 seggiconquistati con i listini proporzionali.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti