Sant’Antimo, liberi i tre uomini arrestati per i brogli elettorali

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Si sgonfia, e non di poco, lo scandalo delle tessere elettorali, ben 321, dentro le quali era stato inserito un fac simile della scheda per le elezioni  del nuovo consiglio comunale di Sant’Antimo, con il nome di Antimo Arfè e accanto la somma versata, capolista di una lista collegata a Corrado Chiarello, candidato a sindaco per il centrodestra, che disputerà il ballottaggio contro Aurelio Russo, candidato Pd con liste  centrosinistra.

Il gip del Tribunale di Napoli Nord, Raffaele Coppola, ha rimesso in libertà i tre arrestati, Luigi Chiarello (solo omonimo del candidato di centro destra),  proprietario dell’abitazione dove si stavano “maneggiando” le tessere elettorali, suo nipote Giuliano Di Giuseppe e Angelo D’Andrea, detto “Angelone” per la stazza fisica, sorpresi sabato mattina alle quattro dai carabinieri. E non solo questo. Il giudice per le indagini preliminari, non solo ha derubricato il grave reato di associazione per delinquere (che prevede una lunga detenzione preventiva)  finalizzata alla truffa elettorale, con quello di corruzione semplice, ma contestato all’accusa che al momento dell’’irruzione dei carabinieri era di fatto trascorso quel tempo ragionevole per configurare la flagranza di reato, anche bacchettato l’accusa, rimarcando che in casi come questi che raffigurano reati così gravi: «Le indagini devono essere, precise, rigorose e prodonde».

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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