Marano, lotte intestine al Comune: fatto fuori De Biase e i suoi fedelissimi, rafforzata la Di Grezia. Ecco l’intervista al dirigente sospeso

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“E’ una manovra chiara, evidente, per vendicarsi di qualcosa che avrei fatto in passato o che non avrei fatto”. Luigi De Biase, il dirigente sospeso per tre mesi dalla commissione disciplinare del Comune, mette da parte l’abituale aplomb e i modi da consumato “democristiano” che lo hanno caratterizzato nei lunghi anni di servizio al Comune. Un uomo sempre al centro delle discussioni degli addetti ai lavori: criticato e apprezzato, ritenuto a torto o a ragione uomo di “potere” al Comune ma anche un’aziendalista, uno che, se coinvolto, sa togliere non poche castagne dal fuoco a sindaci e funzionari.

E’ stato punito De Biase e punito con grande severità, ma lui continua a proclamare la sua innocenza, confermando – come anticipato da Terranostranews – di aver dato mandato ai suoi legali per il ricorso dinanzi al giudice del lavoro e per una denuncia, per abuso d’ufficio, alla segretaria generale, la D’Ambrosio, ancora in carica, che ha avallato l’atto di una commissione disciplinare composta anche da qualche “miracolato”.

“Il disegno è chiaro – argomenta De Biase – hanno voluto punirmi per colpe che non ho, ma se anche avessi sbagliato qualcosa, il provvedimento è talmente spropositato da far pensare a tutt’altro”.

Ma su quali dati si basa la teoria del complotto paventata dal dirigente dell’area amministrativa?

“L’obiettivo era ed è quello di depotenziarmi: mi hanno tolto la delega al personale, mi hanno sospeso per tre mesi ed hanno smantellato, con la scusa delle norme anticorruzione, interi settori del Comune, lasciando altri comparti intatti e senza adottare alcun movimento. Stiamo rivivendo un film già visto in passato, quando fui fatto fuori perché non volli avallare la stabilizzazione di qualche dipendente a tempo determinato o quando sollevai il caso dell’incompatibilità di Gennaro Pitocchi (ex responsabile del settore tecnico, ndr). Fui spostato perché bisognava portare a termine determinate operazioni”.

De Biase pone, poi, l’accento su alcuni passaggi.

“Le norme sull’anticorruzione non prevedono spostamenti tra le figure di basso o medio livello, ma solo per i funzionari. Né tanto meno si può affermare che tra coloro che ruoteranno figurano tutte le persone citate nella relazione dello scioglimento del Comune. Quindi la manovra messa in campo di recente ha ben altre finalità: depotenziare dei settori e rafforzarne altri, uno in particolare, al fine di aprire un varco per l’istituzione di un’area dirigenziale. Quanto alla vicenda che mi vede coinvolto, quella relativa alla dipendente comunale che sarebbe stata assunta senza il necessario titolo di studio, devo ricordare a tutti che fui io ad aprire il procedimento disciplinare. Il sottoscritto ha anche inoltrato tutte le carte al segretario generale, la D’Ambrosio, che solo dopo molti mesi ha rispolverato il tutto. Avrei mai potuto fornire a un funzionario comunale un documento che attestavano in qualche modo il mio cattivo operato? Credo di no. Io non entro nel merito della vicenda, quella dei diplomi, delle date che non combacerebbero, e non sono in grado di stabilire se qualcuno abbia manomesso il fascicolo o presentato un titolo di studio falso al momento dell’assunzione o in una fase successiva. Il caso venne fuori nel 2013. La commissaria dell’epoca, Gabriella Tramonti, inviò tutta la documentazione all’autorità giudiziaria e al Comune fu inviato un maresciallo dei carabinieri che si occupò della vicenda. Le indagini erano in corso e si optò quindi per la sospensione del procedimento amministrativo, nelle more delle risultanze della magistratura. Fu deciso da una commissione disciplinare, di cui ero membro, e non solo dal sottoscritto. Mi si imputa di non aver notificato l’avvio del procedimento disciplinare nei tempi previsti, ma quei tempi, devo ricordarlo a chi si è macchiato della porcata fatta ai miei danni, non erano in alcun modo perentori”.

Queste le parole di De Biase, insomma, che difende il suo operato non disdegnando stoccate, ma soprattutto massi gettati nello stagno. Sono parole dure, le sue, con allusioni chiarissime.

Quali? Ce ne occupammo qualche giorno fa. Se si spulcia nella famigerata delibera degli spostamenti, si scopre che è stato fatto fuori o depotenziato tutto il “cerchio magico” di De Biase o comunque coloro che negli avevano avuto buoni rapporti con il dirigente sospeso.

Perde un’unità, la più importante, Maria Pia Russo, responsabile dei servizi sociali; smantellato il settore Commercio, con Damiano e Iorio che vanno all’avvocatura, così come Albino Matarese. Anche i tecnici di via Nuvoletta, quelli più vicini a De Biase, figurano nel turn over. L’area amministrativa stravolta, con due dipendenti che si spostano all’ufficio Gare e contratti, che perde però il dipendente Alfè, anch’egli ritenuto vicino a De Biase. Pochi e confusi movimenti anche nei vigili urbani: l’annunciato repulisti non c’è stato e chi era stato indicato come probabile “partente” (da un incarico all’altro) alla fine non è partito, anzi, forse sta meglio di prima. Tributi, ragioneria, contabilità, personale non sono stati toccati, così come coloro ritenuti vicini a una determinata area politica, quella “iacolariana”. Il prossimo a saltare, se il disegno è quello descritto in precedenza, dovrebbe essere il consulente legale dell’ente Saverio Griffo, arrivato al Comune con la commissaria Tramonti. L’unico settore che ne esce rafforzato è quello all’Avvocatura, diretto da Tiziana Di Grezia. Come amava ripetere il defunto Giulio Andreotti? A pensar male si fa peccato, però….

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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