Non pretendevamo e non pretendiamo che in pochi mesi si possa attuare una rivoluzione in un Comune, come quello di Marano, perennemente sull’orlo del default, sotto organico, con pochi dipendenti di alto profilo professionale e dove per anni, un po’ per consuetudine, un po’ per banditismo e scarsa volontà politica e un po’ per la complicità di funzionari e qualche tecnico, si è visto di tutto e di più. Migliaia di potenziali contribuenti non censiti, furbetti dell’acqua e sprechi di ogni genere, strutture pubbliche abbandonate al loro destino, iter per sgomberi e confische spesso ostacolate da furberie legali e altri “paraustielli”.
Auspicavamo e auspichiamo, però, in qualche segnale forte, che potesse e possa dare uno scossone a chi di dovere e far capire che la musica è oramai cambiata. E invece, a parte l’avviso pubblico per la gestione del Ciaurro, lo sgombero della sede del Banco alimentare (abusivo ma realizzato e ristrutturato proprio dal Comune), qualcosina sulle scuole e il nuovo agognato piano per le strisce blu (che dovrebbe andare in porto più avanti), poco o nulla è stato fatto. E ci riferiamo ad atti e prese di posizioni forti, anche nei confronti di dirigenti e dipendenti comunali.
I grandi nodi, le grandi “tarantelle” sono ancora sul tavolo. Forse il commissario straordinario Franca Fico, che da quel che ci risulta è perfettamente a conoscenza delle problematiche dell’ente e della città, sta attendendo l’esito della relazione della commissione d’accesso agli atti. Vuole sapere, in pratica, se in autunno sarà ancora il numero uno del Comune o se dovrà lasciare il campo a una nuova triade commissariale, quella che si insedierebbe dopo lo scioglimento per camorra, a nostro avviso più che probabile visto quello che è stato prodotto e combinato negli ultimi 15 anni e anche negli ultimi mesi.
Un’attesa, quella del viceprefetto, che rischia però di arrecare ulteriori danni all’Ente.
Ma andiamo per ordine. Cosa è già accaduto e cosa sta per accadere?
Le case abusive di via Antica Consolare Campana, acquisite nel 2008 al patrimonio comunale (con tanto di delibera consiliare) sono ancora in parte occupate illegalmente. Il Comune eseguì un blitz qualche settimana fa e scoprì che gli occupanti versavano ancora un canone al vecchio titolare dell’immobile. Qualcuno fu sgomberato, altri sono ancora là.
Le case di via Marano-Quarto, quasi tutte abusive, così come gli allacci alla rete idrica. Quattro operazioni sono state eseguite, poi l’iter si è fermato.
Pratiche sospette o al limite. Da mesi proliferano sul territorio mansarde, sottotetti, case e fabbricati anche in zone agricole o vincolate. Sono gli effetti del Piano casa (come sostiene qualche tecnico comunale) o le procedure, almeno in qualche caso, sono decisamente forzate? Ad agosto, con ogni probabilità, sfruttando il periodo di ferie, qualcuno ne approfitterà ulteriormente.
Al mercato ortofrutticolo, invece, i gazebo che occupano spazi pubblici (non gli stand) non sono stati mai rimossi, nonostante l’input del responsabile del settore Angela Veccia. Anche qui, insomma, tutto si è fermato. Dei rifiuti che per giorni restano a terra, praticamente ad un passo dalle cassette di frutta, nemmeno a parlarne.
Gli alloggi popolari? Sono vent’anni che ne parliamo. L’ex commissario Tramonti avviò lo screening, ma quelle carte si sono perse chissà dove. Il Comune, sull’onda delle sollecitazioni mediatiche e popolari, ha iniziato daccapo: ha riconvocato gli occupanti, li ha sollecitati a mettersi in regola con i pagamenti, ma di graduatorie e sgomberi dei non aventi diritto non se ne parla proprio.
I lavori a palazzo Battagliese, rientranti nel progetto Piu Europa, si sono fermati per l’ennesima volta. Quattro volte in sette anni e forse riprenderanno a settembre.
Il Giardino dei cinque sensi, opera costata fior di quattrini, quattrini europei, è chiuso al pubblico ed è ormai simbolo di incuria e degrado.
La caserma dei carabinieri? Al momento non è a norma, almeno alcuni uffici non lo sono: la sicurezza sarebbe a rischio e qualcosa va rifatto. I lavori vanno avanti da tempo immemore. Dell’arrivo dei militari a Marano se ne parla da almeno sei anni, ma l’iter, tra discussioni sui costi di gestione e manutenzione, vive di pantani perenni.
Del capannone abusivo di via Marano-Pianura, che ha ostacolato la realizzazione di un progetto europeo, nessuno parla ed è ancora lì. Quali procedure sono state avviate dalla dottoressa Cerotto? Sarà mai rimosso?
Stesso dicasi per le abitazioni (abusive o sequestrate) del Galeota e di via Casalanno? Anche qui tutto tace. Da anni. Che si fa? Si sana, si sgombera, si abbatte o si acquisisce al patrimonio comunale?
E gli standard pubblici sottratti alla cittadinanza dai grandi palazzinari. Se n’è discusse anche in Consiglio comunale, ma l’amministrazione Liccardo decise di posticipare il tutto al 2017.
Il trasferimento dell’ufficio Anagrafe e degli altri ubicati nell’ex convento delle suore di don Bosco slitta, invece, di anno in anno, di mesi e mesi. Sono locali palesemente non a norma, ma anche questo non interessa a nessuno.
Evasori, grandi parchi, utenti mai censiti? Non vi è traccia di grandi manovre, eppure almeno i nomi dei grandi evasori dell’acqua (dei grandi parchi) sono ben noti agli uffici comunali.
Della Teknoservice parliamo un giorno sì e l’altro pure. Inadempienze contrattuali, mezzi a non a norma, spazzamento assente, raccolta a singhiozzo. L’unica penale applicata alla ditta (ma bisogna capire se i 45 mila euro saranno effettivamente detratti dal prossimo canone) è stata sottoscritta da un dipendente comunale e non dal responsabile del settore.
Al cimitero, poi, è andata in scena la barzelletta del secolo, con dipendenti allontanati e poi riportati nuovamente sullo stesso luogo di lavoro. Con procedimenti disciplinare in itinere, non ancora chiusi e con indagini in corso.
Negli uffici comunali è un “manicomio” nel vero senso della parola: Angela Veccia (Patrimonio) si è dimessa, poi è andata avanti ugualmente ma ora è nuovamente prossima a lasciare il ruolo di responsabile del settore. Quattro dipendenti hanno chiesto lo spostamento dall’ufficio legale, diretto dall’avvocato Tiziana Di Grezia. Paola Cerotto, responsabile del settore urbanistica, è autrice di una relazione sul Pip il cui destino non è ancora chiaro. I capannoni sono regolari? E se non lo sono bisogna chiuderli o bisogna chiudere ancora gli occhi?
Da giorni si vocifera di una delibera (pare che il piano sia “ordito” dal segretario generale D’Ambrosio) che dovrebbe smembrare e ridimensionare l’ufficio ambiente e il patrimonio. Si era pensato di sottrarre Elena Bassolino dall’area Ambiente (composta da un solo dipendente, Brasiello) per portarla ai lavori pubblici che avrebbe anche la “giurisdizione” sul settore patrimonio (sarebbe diretto dal dirigente Claudia Gargiulo), altro settore critico che dovrebbe essere rafforzato alla luce della grana alloggi popolari e mercato e che invece viene di fatto disarticolato. Michela Romano, new entry da un anno, è utilizzata come jolly e continua a fare il viavai tra il Piu Europa e i Lavori pubblici.
Se la Bassolino arrivasse ai Lavori pubblici, la Romano si occuperebbe esclusivamente del Piu Europa, settore supervisionato dalla D’Ambrosio, allo stato plenipotenziario del Comune, che pare abbia una grande ascendenza sul vice commissario De Luna. Nell’area economico-finanziaria, finita nell’occhio del ciclone per la storia dei canoni idrici e dei grandi evasori, nessun cambiamento. Mai nulla si muove alla Ragioneria, dove il team è ormai iper consolidato e gode del benestare del dirigente Gargiulo, premiato ogni anno per i suoi “straordinari” risultati e diventata ormai intoccabile. All’ufficio tecnico? Solita routine: geometri, faccendieri, traffichini continuano a frequentare gli uffici. Il malumore è palpabile anche tra i privati e gli addetti ai lavori, che lamentano disparità di trattamento a secondo se la pratica è valutata da Tizio piuttosto che da Caio. Anche il comparto vigili (come tutti gli altri a dire il vero) necessiterebbe di qualche opportuno cambiamento: più spazio alle nuove leve (sarebbe il caso) e meno spazio agli anziani, ormai assuefatti al clima e poco inclini a prendersi eccessivi disturbi.
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