Marano, nessun ripensamento in extremis: tramontata l’era Liccardo

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Stavolta non ci sono stati ripensamenti di sorta: l’era Liccardo è tramontata. Dopo quasi tre anni di consiliatura, di alterne vicende, polemiche, divisioni, attacchi incrociati, il primo cittadino forzista è uscito ufficialmente di scena.

Era partito con 16 consiglieri Liccardo, di cui due – Passariello e Abbatiello, inseriti con un blitz notturno di Carletto Astarita nelle liste a supporto del sindaco – quasi subito passati all’opposizione.

Poi la storia del cerchio magico (troppo invadente), la querelle, lunga, estenuante con il gruppo dei diguidiani, l’accordo raggiunto in extremis – complice la mediazione di Michele Schiano e di altri – con il gruppo Sansone e con gli ex esponenti della minoranza, Palladino e Migliaccio, per tentare di invertire la rotta e rimanere a galla ancora un po’.

E invece, anziché migliorare, le cose col passare del settimane sono peggiorate rispetto al primo periodo, quando fu varata la prima squadra Liccardo. Troppe persone non all’altezza, soprattutto in giunta, numeri risicati in Consiglio e anche (di questo deve fare mea culpa proprio Liccardo) troppe incertezze o lentezze in alcuni momenti chiave e per determinati provvedimenti.

Liccardo paga per colpe sue, ovviamente (la più grande è stata quella di esser tornato suoi passi ad agosto), e per colpe non sue. La macchina amministrativa è quella che è, le risorse economiche scarseggiano, e anche il materiale umano (specie in Consiglio) si è rivelato non sempre di eccelsa qualità.

Il sindaco, che da domani sarà sostituito da un commissario straordinario, stava per uscire di scena anche a dicembre, quando una manovra orchestrata alla vigilia di Natale aveva quasi centrato l’obiettivo. In quell’occasione si tirò indietro il consigliere di maggioranza Baiano, che pur aveva partecipato alla riunione pre-golpe organizzata dall’opposizione.

Archiviata questa stagione della politica cittadina, che come quelle precedenti non è riuscita ad imprimere una svolta e un cambio di mentalità sia nella macchina amministrativa che fuori, per la città si apre la stagione di un nuovo, a questo punto necessario commissariamento, che potrebbe essere di un anno o di due nel caso in cui la Commissione d’accesso decretasse lo scioglimento per camorra.

Marano ora necessita di un commissario con i contro attributi, capace di avviare o portare a termine alcune situazioni, molte delle quali relativi ai vecchi abusi edilizi, ai beni confiscati, al piano regolatore e al prosieguo del Piu Europa, ivi compresa la vicenda della Compagnia dei carabinieri.

A conclusione di questo triennio si possono tirare somme e bilanci: Liccardo non ha gestito la macchina comunale con il piglio del ladro di polli né tanto meno possiamo imputargli di aver fatto o ordito affari a sfondo personale.

Ha sicuramente, però, nicchiato troppo quando non doveva nicchiare, non sempre ha saputo scegliere i suoi collaboratori e, soprattutto, non doveva tornare indietro senza garantirsi carta bianca su tutto. In campagna elettorale e anche dopo ha cercato di imporsi come uomo del cambiamento. Ma allo stesso tempo, nei modi di fare e di gestire, ha cercato sempre soluzioni in bilico tra la mediazione, i compromessi, il manuale Cencelli. Un modo di fare che ha fatto sì che questa giunta non fosse né carne né pesce, né di rottura ma nemmeno di restaurazione.

 

 

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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