I suoi convocati, per oggi, alle 11 in Regione. Si discuterà di futuro, dopo la sentenza della Consulta, che sembra aver sbarrato la strada anche al governatore del Veneto, Luca Zaia.
«La Corte si è preoccupata di affrontare il tema in termini generali per ricostruire l’assetto di sistema, con riferimento anche ad altre regioni in modo da affermare un principio che valga per tutti e quindi questo vale per la Campania e vale per tutte le regioni a statuto ordinario. Non ci siamo occupati delle Regioni a statuto speciale, la pronuncia riguarda quelle a statuto ordinario», ha chiarito intanto ieri mattina il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso a margine della relazione sull’attività dell’anno 2024. Non è un problema per De Luca che, a tratti, sembra aver metabolizzato lo stop: «La pronuncia della Consulta mi fa ritornare alla vita. Il problema è che la Campania e Napoli non ritornino nella palude. Dovremo lavorare per evitare questo rischio. Tutto qui, con grande serenità e sportività, perfino con grande senso di liberazione. E dirò al momento opportuno la mia opinione ai cittadini», dice.
Ma non è proprio così se prima se l’è presa in particolare con chi, nel centrosinistra, non l’ha difeso. «In Italia siamo in una situazione di totale confusione. Abbiamo Comuni grandi nei quali vi è il limite del doppio mandato, comuni piccoli nei quali si può andare oltre il secondo mandato, abbiamo i parlamentari che non hanno alcun limite, si possono candidare nei secoli dei secoli. Non c’è alcun limite – attacca De Luca – per i sottosegretari, per i viceministri, per i ministri, per il presidente del Consiglio e per il presidente della Repubblica. Hanno introdotto un solo limite che riguarda i presidenti delle Regioni. Il problema politico e giuridico serio è stato questo: che in questi anni nel Veneto il presidente, il terzo mandato, lo ha fatto e lo sta finendo. Nessuno ha detto niente. Nel Piemonte, nell’estate del 2023, la Regione ha approvato una legge esattamente uguale a quella della Campania e nessuno ha detto niente. Il governo non l’ha impugnata».
Poi più duro verso la sua parte politica: «La cosa vergognosa è che le forze di opposizione non hanno detto una parola sul principio che su 3 o 4 regioni per alcune va tutto bene, per una Regione si fa l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale. Lasciamo perdere quelli che stanno al governo, che sanno di perdere la Campania; la cosa vergognosa è che le forze di opposizione non hanno detto una parola sul fatto che sia stato calpestato il principio secondo cui la legge è uguale per tutti. Ma – aggiunge – siamo in Italia e ormai in Italia può succedere di tutto, sul piano dell’assoluta mancanza di dignità delle forze politiche, ma anche sul declino che ha lo Stato di diritto nel nostro Paese».