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Si apprende da Terranostranews che in via Adda dove nei giorni scorsi si notavano movimenti per l’ imminente apertura di cantiere edile verranno realizzati altre decine di abitazioni.
Questa volta a dare vita alle nuove colate di cemento è stata una sentenza dei giudici amministrativi dopo alcuni ricorsi fatti dall’ impresa edile Sarracino che si era visto più volte ricevere il diniego dall’ ufficio tecnico a sottoscrivere il piano di attuazione e la convenzione con l’ ente comunale. Questo perché circa 15 anni fa la vicenda fu segna da errori commessi dal Comune di Marano, che nell’anno 2015, non annullò con un ricorso al TAR la lottizzazione C17 , facendo un atto in autotutela che fu bocciato dai giudici amministrativi, altro svarione di un ente troppo sciatto.
Adesso con il via libera allo scorporo del lembo di terra della cooperativa S. Antonia la lottizzazione C 17 dovrebbe essere annullata venendo meno il requisito fondamentale del lotto minimo per mantenere in essere la stessa.
Ma Marano è terra di sorprese e di troppi svarioni e non si è mai sicuri di nulla, in particolare sul tema ” cemento”, la strada maestra per mettere fine a ogni pericolo ‘cementificativo” sarebbe quello di approvare subito il PUC ( piano urbanistico comunale) che azzererebbe tutto con le norme di salvaguardia.
Ma finora è altro mistero di questa città il PUC e la sua approvazione.
Ricordiamo che il piano urbanistico comunale dovrebbe mettere fine al continuo e scellerato “consumo” del suolo già gravemente offeso e mortificato, con un’ edilizia per la costruzione di servizi di aree a verde, dì unità ricreative, scolastiche e il recupero del centro storico.
La domanda che oggi si pone è: riusciranno a sopportare la costruzione di ulteriori decine di vani abitativi le infrastrutture, e i sottoservizi già carenti nella nostra città? Visto ciò che già attualmente succede e la fragilità degli assi viari penso proprio di no. Inoltre, perché costruire ancora se sul territorio vi è un grosso mercato di invenduto e poca domanda di unità abitativa, con la fuga da Marano di interi nuclei familiari per carenza di servizi e di una mobilità caotica.
A cosa serve costruire nuove unità per civili abitazioni, questa la domanda madre posta dal giornale e che il comune cittadino si pone, nella prospettiva di un armonico sviluppo della città e delle sue periferie..
Michele Izzo consigliere comunale
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