Risposte vendute al concorso di penitenziaria, 160 candidati traditi dalle chat WhatsApp

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Sono stati traditi dalle chat di WhatsApp i 160 candidati al concorso di Polizia penitenziaria del 2016, che sono accusati di aver truccato l’esame e di aver comprato le soluzioni.

Chattavano, si scambiavano informazioni e consigli su come superare le prove scritte: da un lato i concorrenti, e dall’altra gli organizzatori della truffa, i quali avevano già in tasca le soluzioni ai quiz. Ieri mattina – a conclusione di un’inchiesta coordinata dal procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo e dal sostituto Giancarlo Novelli – tre persone sono state arrestate e finite ai domiciliari con accuse gravissime: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione del segreto d’ufficio, truffa ai danni dello Stato e ricettazione.

Per riuscire ad ottenere le soluzioni dei test in anticipo si sborsavano dai dieci ai 30mila euro. A  muovere i fili dell’associazione delinquenziale c’erano alcuni dei personaggi già finiti in manette nell’ottobre scorso perché sospettati di aver truccato le carte del concorso nell’Esercito.

Le soluzioni ai quiz erano già nelle mani dei truffatori due giorni prima che si svolgessero le prove. E i candidati infedeli – in tutto 160 indagati, ai quali è stato notificato sempre ieri un avviso di conclusione indagini – riuscirono a farsi beffe di tutti i controlli introducendo nel salone in cui le prove si svolgevano le risposte alle domande. Fantasiosi gli stratagemmi escogitati: le risposte esatte arrivavano grazie a micro-auricolari; oppure nascoste in braccialetti, nelle cover dei cellulari, e persino stampate nelle magliette intime o T-shirt, all’interno delle quali erano state impresse risposte esatte sotto forma di simboli matematici.

Fonte: Il Mattino

© Copyright 2019 redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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