Inchiesta voto di scambio, quegli interessi (poi sfumati) sulle case acquisite dal Comune di Marano. “Dobbiamo costituire una cooperativa”. I dialoghi tra Di Guida e De Biase e i riferimenti a De Stefano

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Ancora stralci dall’indagine sul voto di scambio per le elezioni regionali del 2015. Un’inchiesta che vede coinvolti diversi dipendenti del Comune di Marano, oltre all’ex assessore provinciale Antonio Di Guida.

Uno dei passaggi più emblematici dell’inchiesta riguarda il presunto tentativo, da parte dell’ex assessore Salvatore De Stefano, uno dei diguidiani, di creare cooperative sociali che avrebbero utilizzato alcune case (sequestrate, acquisite dal Comune ma ancora oggi occupate illegalmente) di proprietà comunale. Nello specifico si tratta degli immobili di via Antica Consolare Campana.

Ecco alcuni passaggi registrati dai carabinieri del Ros.

Di Guida Antonio: “Noi perciò abbiamo, questo deve vedere a chi l’hanno confiscata…questa situazione qua, questo scemo di Salvatore mi sta mandando un attimo. Perché manco i cani..perché quello ha parlato con me, quello deve andare a vedere a chi l’hanno confiscata. Gigì, capiscimi, però io voglio parlare con la gente che le palle, non con chi mi devo preoccupare domani mattina”.

Luigi De Biase (dirigente comunale): “Queste non sono case confiscate, queste sono case acquisite dal comune, sono otto appartamenti…la cooperativa”.

Di Guida Antonio: “Queste sono quelle di Astarita (il riferimento è a un vecchio progetto portato avanti, anche in Consiglio, ma poi bocciato, dal gruppo politico di Carlo Astarita, padre dell’ex consigliere Titti, non indagati ndr).

De Biase: “bravo, bravo, lui (riferimento a De Stefano) disse…mi guardò e disse: ho pensato una cosa, già ho tutto in testa, tu stai con me?. E ci mancherebbe.

Di Guida: “A me fa piacere, ma voglio dire…”

De Biase: “io ho già l’amico che può realizzare tutto, tanto lo conosci pure tu all’amico”.

Di Guida: “E forse ce l’aveva con me”.

De Biase: “Ce l’aveva con te…gli dissi io: e che vuoi fare? Metti l’idea, fai il progetto e a disposizione, vediamo quello che dobbiamo fare. Lui ti ha parlato di questa cosa?”.

Di Guida: “Mi ha parlato di questa cosa, però dico io, no, noi con questo (riferimento all’ex sindaco Liccardo) che facciamo?”.

De Biase: “Qua sarà un poco difficile”.

Di Guida: “Che facciamo?”.

De Biase: “Mandalo a casa e con il commissario facciamo tutto quanto”.

Di Guida: “Ah..cioè che facciamo con questo?”

De Biase: “Io tengo l’esperienza con i commissari”.

Di Guida: “E appunto”.

De Biase: “Quando tu sei il punto di riferimento del commissario….”

Di Guida: “Perciò ti dico, a noi oggi ci conviene mandare questo a casa per eventualmente prendere nuovamente il Comune in mano, ma non perché noi chissà che cazzo dobbiamo fare, ma perché noi vogliamo avere un punto di riferimento”.

De Biase: “Però sopra a questa cosa diglielo che non deve parlare assai sopra a questa cosa, perché va a finire che ci fa andare in qualche situazione”.

Di Guida: “No, no”.

Il progetto di De Stefano, secondo gli inquirenti, riguardava il conseguimento di profitti economici attraverso la creazione di una cooperativa che avrebbe utilizzato alcuni appartamenti acquisiti dal Comune per finalità sociali. Tuttavia gli interlocutori erano consapevoli delle difficoltà che avrebbe frapposto il sindaco, per cui ravvisavano la necessità di farlo decadere perché poi De Biase avrebbe potuto facilmente condizionare le decisioni del futuro commissario straordinario.

I due lamentavano come, sino ad allora, non fossero stati capaci di inserirsi nel lucroso settore dei servizi socio-sanitari ed educativi per persone svantaggiate, finanziate da istituzioni statali ed europee sempre attraverso la creazione di una cooperativa riconducibile a soggetti estranei ma di fatto gestita da loro, seguendo il metodo di Luigi Cesaro, parlamentare forzista.

Di Guida: “Qua hanno fatto tutte queste cooperative, noi non siamo stati capaci, questa è la mia rabbia”.

De Biase: Da tanti anni non si è riusciti a costituire una cooperativa, un’associazione in modo che, per dire, i servizi sociali li gestisce praticamente tutte cose noi”.

Di Guida: “E noi non dovremmo mettere gente troppo vicino a noi. Per esempio Giggino (riferito a Cesaro) tiene il nipote che è avvocato a Giugliano, che poi fanno riferimento. Io questo dico a lui (De Stefano), però questo qua non è pensabile di farlo come vuole fare lui”.

De Biase: “Con quello (riferimento a Liccardo) non fa niente. Se lui ha intenzione di fare qualcosa, la deve fare in funzione tua ma al di fuori, perché se no questo non fa fare niente, anche perché lui ha due o tre appartamenti suoi affittati a cooperative”.

Di Guida: “Non lo potrebbe manco fare”.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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