Laura Boldrini, figuraccia alla Camera: sbaglia a copiare la legge elettorale

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04/10/2013 Isola di Lampedusa, conferenza stampa del presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini
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Dunque complimenti a Laura Boldrini, presidente della Camera. A Lucia Pagano, segretario generale di Montecitorio, e ai suoi uffici tecnici, zeppi di funzionari pagati proprio per evitare che simili cose accadano. A Paolo Gentiloni, che ha messo la fiducia su un testo sbagliato. E ovviamente complimenti a Ettore Rosato, capogruppo del Pd, che ha dato il nome alla legge, e ai deputati che l’hanno votata senza leggerla. Perché dopo mesi passati a parlarne, litigarci sopra, emendarla, si è scoperto – ops – che per colpa di un errore, probabilmente di un banale «copia e incolla» alla carlona fatto da chi ha scritto il testo, la legge elettorale approvata giovedì dall’aula di Montecitorio contiene due norme che si contraddicono.

La notizia imbarazzante inizia a diffondersi in tarda mattinata, quando gli uffici della Camera sono costretti a chiamare quelli del Senato per avvertirli che dovranno attendere un po’ per avere il testo del «Rosatellum»: scusate, c’è un problemino da risolvere. Ma chi è al corrente della cosa si guarda bene dal renderla pubblica. Fin quando non ne viene a conoscenza Alfredo D’Attorre, il quale essendo un deputato di Mdp, partito che si è opposto alla legge elettorale, prova un certo gusto a svelare la vicenda: «Il testo contiene un’incongruenza al capoverso 28 dell’articolo 1 tra i commi 6 e 7, in cui si prevedono due modalità tra loro contraddittorie per attribuire i seggi a una lista che abbia esaurito i candidati in un collegio plurinominale, eventualità non impossibile, data la minore ampiezza delle liste rispetto al numero degli eligendi e l’elevato numero di pluricandidature (cinque) consentite tra diversi collegi».

In parole povere, potrebbero verificarsi casi in cui una parte della legge dice che l’eletto è il signor Caio e la parte successiva sostiene invece che l’eletto è Sempronio, candidato dello stesso partito. Questo perché le due norme si riferiscono ad una identica ipotesi («Qualora al termine delle operazioni di cui al comma 5 residuino ancora seggi da assegnare ad una lista…»), mentre la seconda avrebbe dovuto essere subordinata alla prima.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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