La tragica morte di Nicola, ucciso da due coltellate inflitte da un suo coetaneo, mette in evidenza il problema della violenza giovanile e la sicurezza dei cittadini.
Eppure il decreto sicurezza primo strumento per fronteggiare gli episodi violenti messo in campo dal governo viene criticato dalla solita sinistra che si ammanta sotto le vestì del buonismo e delle scusanti a prescindere che trovano terreno fertile nel disagio socio – economico- intellettuale per nascondere la non volontà di sviscerare la delicata tematica e cercare di dare ad essa soluzioni.
Il decreto sicurezza dev’essere il primo tassello per dare fiducia a ogni singolo cittadino che vuole vivere la città i luoghi ludici e di relax in piena sicurezza e ribadire che la libertà di ogni cittadino finisce laddove inizia la libertà altrui. Stesso dicasi per la sicurezza dei nostri giovani che hanno il diritto di divertirsi nel rispetto della libertà di ogni singolo giovane.
Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di ripristinare l’ autorevolezza delle forze dell’ordine nell’ ambito delle norme costituzionali, che spesso vengono offese, da scalmanati in nome della giustizia sociale o di pseudo carenze affettive e disagio socio- economico.
Vi é poi bisogno che la famiglia riacquista il suo ruolo educativo senza delegare ad altre istituzioni un compito così delicato che solo la culla formativa familiare può assolvere. Inoltre, c’è bisogno di pene certe e subito aldilà dell’ età del soggetto che commette l’ evento delittuoso, solo il ripristino dell’ osservanza delle norme giuridiche può fronteggiare un fenomeno come quello della violenza giovanile, nella consapevolezza che non si può morire accoltellato a 18 anni per futili motivi.
Michele Izzo
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