Uscita dall’aula giudiziaria prima della fine della lettura del verdetto, Marine Le Pen, sconvolta ma non sconfitta, affida al telegiornale delle 20 di Tf1 la sua prima reazione a caldo dopo il verdetto di condanna in primo grado. La leader del Rassemblement national, grinta da vendere, parla di una “decisione politica” e di un giorno “funesto per la democrazia” a proposito della sentenza che la condanna a 4 anni e all’incandidabilità per i prossimi 5 anni, tagliandola fuori dalla corsa all’Eliseo. “Lo Stato di diritto è stato totalmente violato dalla decisione, poiché il magistrato ha impedito il ricorso”, ha detto parlando di regime autoritario. “Milioni di francesi sono indignati. In Francia, nel paese dei diritti dell’uomo, dei giudici hanno applicato le leggi di un regime autoritario. È un giorno funesto per la nostra democrazia, con milioni di francesi privati della loro candidata”.
“Bisogna che la giustizia faccia presto… Ma sarà troppo tardi”, ha proseguito la leader del primo partito francese davanti allo tsunami che si è abbattuto sulla politica francese. Per poi interrogarsi sulla “legittimità” della persona eletta presidente della Repubblica nel 2027 nel caso in cui lei venisse assolta dopo il voto. Alla domanda su una possibile candidatura all’Eliseo nel 2027 del suo pupillo Jordan Bardella, presidente del partito, ha confermato che il giovane enfant prodige è “una risorsa enorme per il movimento e lo dico da molto tempo. Spero che non dovremo usare questa risorsa prima del necessario”, ha però aggiunto. “Chiederò effettivamente che venga presa la decisione in appello per potermi candidare alle elezioni presidenziali. Sono al fianco del popolo francese e lo farò fino alla fine”.