Niente raccolta rifiuti, a Roma i cittadini vincono il ricorso: Comune costretto a rimborsare Tari. A Marano si potrebbe fare anche per l’acqua

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L’immondizia continua a straripare, l’Ama deve ancora “smaltire” i sacchetti delle feste natalizie. Intanto però, almeno dal punto di vista legale, si è fatta pulizia. Siamo a Roma Nord, nel quartiere di periferia di Settebagni dove un gruppo di indomiti residenti ha creduto fino alla fine di poter ottenere giustizia davanti a quei cumuli di rifiuti non raccolti, che nel tempo hanno attratto cinghiali e creato anche problemi di igiene. La loro battaglia è iniziata quasi cinque anni fa e ora è arrivata la vittoria. Definitiva. Il Comune rimborserà l’80 per cento della Tari pagata da una quarantina di residenti a Settebagni nel biennio 2017-2018. Enormi ritardi nella raccolta dei rifiuti quando ancora nel quartiere c’era “il porta a porta” hanno portato a una sentenza rivoluzionaria che vede il Comune costretto a pagare oltre 20 mila euro.

La battaglia è iniziata nel 2017, ma alla fine i romani del III Municipio hanno avuto la meglio. Nella prima sentenza del 2020 n. 1990 la Commissione, in pratica, aveva accertato che se le strade del quartiere erano piene di immondizia e i secchioni non venivano svuotati era a causa dell’inefficienza del servizio offerto. Il Comune, invece, nella memoria difensiva presentata aveva addossato la colpa ai cittadini. «Dalle risultanze in possesso di Ama – era scritto – sono gli stessi comportamenti degli utenti a determinare ritardi e disservizi nella raccolta». Si faceva probabilmente riferimento alla mancata differenziazione dei rifiuti. Inoltre, secondo l’impianto difensivo del Campidoglio, un rimborso poteva sussistere solo se fosse stata dichiarata una situazione di emergenza sanitaria dalle Asl o se ci fossero stati scioperi degli operatori tali da bloccare il servizio. «Capisco che il Comune sia costretto ad argomentare – aggiunge Costanzo – ma è chiaro che la situazione dei rifiuti a Roma era ed è disastrosa e i cittadini giustamente hanno diritto al rimborso di un servizio non erogato».

Quando arriveranno i soldi? «Si dovrà notificare la sentenza al Comune che ha 120 giorni di tempo per pagare – spiega l’avvocato – e se non lo facesse, il nostro credito potrebbe raddoppiare in pochi giorni». Determinante per la vittoria, fu soprattutto l’utilizzo di un app che come spiegato più volte dai residenti «fotografava i disservizi, archiviando le immagini geolocalizzate in un server certificato Iso, inalterabili quindi». Gli abitanti intanto esultano. «Si tratta di un precedente importante che vale per tutta Roma – dice Francesco Fusar Poli, presidente del comitato di quartiere quando venne organizzato il ricorso – nessuno si aspettava la nostra vittoria contro Comune e Ama: siamo molto soddisfatti anche se nel quartiere i problemi della raccolta permangono». Nel 2021 venne tolto il “porta a porta” in una ventina di strade, ma i disagi sono rimasti gli stessi. «Prima avevamo piccoli contenitori pieni di immondizia – conclude Fusar Poli – ora abbiamo grandi contenitori che strabordano… ».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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