La voce del cittadino. “Mio padre ricoverato al Cardarelli, è stato un incubo. Un bravo medico lo ha salvato a casa”

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Circa un mese fa mio padre 85enne, ricoverato per un serio scompenso cardiorespiratorio (non era affetto da Covid) ha vissuto la peggiore delle esperienze della sua vita. Dopo essere stato in due reparti (Obi e Utic Cardarelli) dove è stato, dal punto di vista medico, ‘salvato” e curato egregiamente, è stato trasferito in cardiologia riabilitativa dove invece lo hanno trattato come un'”vecchio” in attesa della morte.

Dentiera rotta, scarpe, pantofole sparite, barba lunga, messo a letto, cateterizzato e con pannolone per non accompagnarlo al bagno (poiché è un ipovedente). La sera, poiché andava in escandescenza, un po’ per la paura e un po’ per i dolori, non dormiva e per questo gli venivano somministrati calmanti per abbatterlo.

Resici conto della situazione, abbiamo deciso di portarlo a casa dove. Nessuno ci ha avvisati che era in uscita, siamo andati in ospedale e lo abbiamo trovato riverso sul letto con bava e senza forze. Al momento delle dimissioni ci hanno consegnato un foglio sul quale c’era scritta la cura e la patologia, senza ne un documento di tampone negativo né spiegazioni sul catetere tolto al momento.

Dopo tre giorni di dolori atroci e vescica piena (rischiando un blocco renale), un dottore (santo) è venuto a casa e lo ha di nuovo cateterizzato e salvato la vita.

Oggi mio padre, un uomo di 84 anni, bello forte (nonostante le sue patologie) è in uno stato di paura e depressione. Mi vergogno di appartenere a questa umanità che dovrebbe coccolare i nostri anziani e invece li stermina.

Lettera firmata

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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