Marano, Caso Galeota: le famiglie che vivono nel complesso scrivono al sindaco. “Chiediamo un incontro”

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I nuclei familiari che ancora risiedono negli immobili del complesso Galeota, struttura abusiva acquisita un anno fa al patrimonio comunale, hanno scritto una missiva al sindaco Visconti. Chiedono un incontro. La vicenda Galeota è stata al centro di numerosi articoli del nostro giornale ed è tornata in auge di recente poiché il Comune aveva progettato di allocare una scuola proprio nella struttura oggetto del contendere. Il progetto è stato però stralciato di recente dall’amministrazione cittadina e parte del Pd, partito di maggioranza, è andato su tutte le furie. Ad onor del vero allo stato – eccezion fatta per uno o due appartamenti (i titolari hanno vinto il ricorso) – il Comune potrebbe entrare in possesso dello stabile e decidere di adibire il tutto a scopi e finalità sociali. L’ente infatti non è tenuto ad attendere l’esito dei procedimenti nel merito che non hanno (in sede di Tar o Consiglio di Stato) ottenuto la sospensiva.

Di seguito la missiva inoltrata al sindaco.

Oggetto: Richiesta di incontro urgente.
Egr. Sig. Sindaco,
Le scrive un gruppo di cittadini che si sono costituiti nel “Comitato Masseria Galeota” che si prefigge come unico obbiettivo quello di difendere e tutelare il diritto alla proprietà, le nostre proprietà!! Un diritto acquisito attraverso l’acquisto, nella più totale buona fede, degli immobili posti all’interno del complesso edilizio denominato “Masseria Galeota”.

Il Comitato si è così risolto a scriverLe al fine di sollecitare un incontro ufficiale con Lei e gli altri rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, in modo particolare l’Ufficio Tecnico, in quanto riteniamo doveroso ricordare che, nonostante siano ben noti i termini di quello che possiamo, per noi, definire un “dramma” che ci vede, nostro malgrado, coinvolti, da nessuna parte politica, dirigenziale e mediatica è stata correttamente messa in luce la
nostra reale posizione nella vicenda: terzi acquirenti in buona fede degli immobile in questione, totalmente estranei sia di fatto sia formalmente agli aspetti tecnici, burocratici e giudiziari che ben 10 anni orsono hanno interessato quelle che sono poi diventate le nostre proprietà.

La vicenda della Masseria Galeota, infatti, come Le sarà ben noto risale al lontano 2004, quando venne presentata una regolare D.I.A. e successiva variante: nello stesso anno ebbero inizio i lavori progettati ed assentiti e nell’arco dei due anni successivi gli stessi portati a conclusione, con la vendita di parte degli immobili agli scriventi, dietro il pagamento di somme anche ingenti, con regolare atto di compravendita notarile.
A seguito dell’acquisto, quindi, sono stati stipulati contratti per la fornitura di energia elettrica, gas, telefono e per ogni anno a venire (ed ancora oggi) è stata corrisposta al Comune l’imposta ICI (oggi IMU). Nel tempo, qualcuno ha anche dovuto sopportare il pagamento della Tassa di Successione per conservare quel diritto di proprietà.

Ebbene, solo nell’ agosto del 2014 (dopo ben 10 anni di assoluto silenzio) il Comune su “sollecitazione” dell’Arma dei Carabinieri, si è risolto ad effettuare verifiche che hanno portato all’annullamento in autotutela di quella DIA: verifiche che sono pervenute ad un elenco infinito di difformità e anomalie (comunque ancora sotto il vaglio della magistratura), trasfuse nel predetto atto di annullamento, in aperta contraddizione con un silenzio assenso maturatosi su quella DIA e “durato” 10 anni. Silenzio che aveva legittimato sia l’inizio dei lavori di realizzazione di quegli immobili, sia la loro conclusione e, pertanto, il successivo legittimo acquisto da parte degli scriventi.

Oggi, alla luce dei recenti accadimenti, non possiamo non rilevare la gravità – a fronte delle ingiuste conseguenze che siamo chiamati incolpevolmente a subire – del fatto che su tale vicenda all’epoca della presentazione della DIA in realtà dei controlli vennero espletati e le perplessità superate dagli organi tecnici del Comune, come risulta  documentato. Ed infatti, risulta – appunto – dagli atti, che già dopo pochi giorni dall’inizio dei lavori il Comune emise un’ordinanza di sospensione degli stessi e dell’efficacia della DIA per alcune incongruenze rilevate.

Ebbene, successivamente all’istruttoria da parte dell’ U.T.C. fu rilevata ed acclarata proprio dal Comune la legittimità della DIA, cosicchè l’Ente stesso revocò la sospensione dei lavori e dell’efficacia del titolo edilizio, permettendo la ripresa e la conclusione dei lavori. In buona sostanza, l’Ufficio Tecnico dapprima sospendeva i lavori e, dopo una serie di verifiche effettuate, acconsentiva al proseguimento degli stessi, avendo rilevato che tutto
era nella norma. Proprio tale circostanza, tra l’altro seguita ed appurata personalmente da molti di noi, creò un legittimo affidamento ed una maggiore sicurezza nei confronti della Società costruttrice e venditrice degli immobili, proprio perché quella DIA era stata dal Comune vagliata e ritenuta regolare: tutto questo ci indusse, in assoluta
buona fede ed in totale serenità, all’acquisto degli immobili.

Come detto, i lavori continuarono fino al 2006, quando le opere edilizie furono ultimate e regolarmente alienate ai legittimi proprietari (oggi terzi in assoluta buona fede).
Oggi, pur tuttavia, di quell’autorizzazione (DIA), rilasciata dal Comune dieci anni orsono ed oggetto anche di una specifica istruttoria conclusasi con esito positivo, se ne contesta la validità.

Di fronte a tale vicenda, non possiamo che ribadire di aver in assoluta buona fede acquistato quegli immobili, anche dopo aver effettuato personalmente i necessari controlli presso l’Ufficio Tecnico di codesto Comune: del resto, ulteriori ed anche più accurate verifiche furono fatte all’epoca dai Notai e dalle banche (sappiamo quanto
sono scrupolose prima di erogare un mutuo) e nessuna irregolarità era mai emersa.

Oggi ci chiediamo: “Stiamo pagando le colpe di chi?” Le eventuali e numerose anomalie di quella DIA che solo oggi appaiono così evidenti all’Ente, perché non emersero durante lo svolgimento dei lavori, tra l’altro eseguiti nell’arco di due lunghi anni durante i quali vi era tutto il tempo necessario per verificarne la regolarità? Perché non emersero a seguito dell’apposita istruttoria che venne espletata dal Comune dopo la sospensione dei lavori e della DIA? Perché il Comune, al contrario, si risolse ad annullare quella sospensione, legittimando il proseguimento e la conclusione dei lavori, fino alla vendita degli
immobili? E’ evidente che se fossero state evidenziate allora le difformità solo oggi contestate, oggi nessuno di noi si troverebbe in questa drammatica situazione.

Ed allora ci si chiede: dov’erano allora le istituzioni (Sindaco, Dirigenti, Assessori, Forze dell’ordine) che solo ora si sono svegliate? Aldilà di quella che può essere la fredda ed asettica applicazione della Legge (nella quale comunque riponiamo le nostre speranze), Le appare in tutta coscienza giusto che tra tutte le parti coinvolte nella vicenda gli unici a pagare dobbiamo essere proprio noi, di certo gli unici del tutto estranei ad ogni sorta di
irregolarità? Proprio noi che prima di acquistare con enormi sacrifici quegli immobili avevamo legittimamente riposto affidamento nelle verifiche che pure risulta siano state effettuate dal Comune?

Non è assolutamente giusto che i costi della mala gestione del territorio siano addebitati all’anello debole della catena, le nostre famiglie!!
Anche noi condanniamo l’abusivismo, ma la lotta all’abusivismo non può tradursi nel privare onesti cittadini della propria casa, frutto di enormi sacrifici, propri e dei loro genitori.

Addirittura anche il Consiglio di Stato su un ricorso straordinario presentato al Presidente della Repubblica (che rappresenta il massimo grado di giudizio) ci ha dato piena ragione, per altri proprietari i ricorsi sono ancora pendenti. Nonostante tutto quello che sta accadendo vogliamo ancora credere nella giustizia e nelle istituzioni Italiane ed per
questo che Le chiediamo di intervenire al fine di evitare che la lotta all’abusivismo si trasformi in abuso verso i più deboli. Ed allora, al solo fine di discutere serenamente con Lei dei gravi problemi insorti e del dramma che ci vede coinvolti, Le chiediamo un incontro-confronto, anche eventualmente con la presenza, se lo riterrà opportuno, dei tecnici delle ripartizioni comunali interessate ed i rappresentanti delle varie forze politiche.

Certi della Sua disponibilità ad un confronto franco ed articolato, restiamo in attesa di una Sua cortese risposta.
Con osservanza

Comitato Masseria Galeota

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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