Carissimo estinto, il business dei funerali sempre in mano al racket

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Morire può essere una gran fregatura. Non solo per il “de cuius”, ma anche per familiari e amici che intendano dargli degna sepoltura. Questi, infatti, già pochi minuti dopo il grande salto del congiunto, si ritrovano catapultati nel mondo delle onoranze funebri, meglio, una giungla, dove operatori mortuari seri e coscienziosi sono affiancati da squali senza scrupoli.

Chi ci è passato, sa a cosa ci riferiamo: le camere ardenti per molti impresari funebri non sono altro che stagni dove raccattare affari. Un malcostume che ha portato praticamente ogni procura d’Italia ad aprire negli anni almeno un’inchiesta che ha visto coinvolti necrofori, infermieri, badanti, fino ai volontari degli ospedali, tutti accomunati dal “vizietto” di far scivolare il bigliettino di questa o quella impresa di pompe funebri nelle mani del parente in lacrime.

Vizietto punito severamente dalla legge, come ben sanno i 140 necrofori cagliaritani indagati a novembre scorso per truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e induzione indebita, perché sembra si spartissero i defunti dei cinque ospedali del capoluogo sardo. Un giochino da oltre mezzo milione di euro. Stessa cosa, per i pm, avveniva negli ospedali di Ivrea e Cuorgnè: qui sotto processo sono in 15, tra dipendenti dell’Asl/To4 addetti alle camere mortuarie e impresari, accusati di aver messo in piedi un vero sistema per fare incetta di funerali.

Tra uova, frittate, Caronte

Nelle intercettazioni, gli imputati chiamavano le mazzette, che arrivavano fino a 100 euro, a seconda del “valore” del defunto, “uova fresche”. Riferendosi a una ditta di inumazione, agli atti c’è un Sms che recita: «Domani arrivano le uova fresche da…», al quale l’interlocutore risponde: «Totale quattro (morti, ndr) per ora. Sì, ottima frittata».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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