Un’altra offerta già accettata è quella relativa alle 200mila tonnellate di ecoballe di Villa Literno. L’appalto, per un importo di 30 milioni, è affidato al raggruppamento capitanato dalla Vibecodi Saronno (in Ati con Sirio Ambiente & Consulting e con la società di bonifica di ordigni bellici Bm Service) il cui dirigente,Bernardino Filipponi, è stato rinviato a giudizio a Roma per traffico di rifiuti in qualità di ex amministratore unico della Daneco Impianti nella bonifica dell’ex fabbrica chimica Sisas di Pioltello Rodano, ed è indagato anche dalla Procura di Benevento per falso e truffa nella gestione di una discarica franata a Sant’Arcangelo Trimonte.
I lotti da 81mila tonnellate di Masseria del Pozzo e Marcianise sono invece ancora contesi dalle impreseEcosistem-Econet di Lamezia Terme (Catanzaro), eDe.Fi.Am-Ecobuilding(Avellino). Anche l’area più grande dello stoccaggio di Giugliano, in cui sono accumulate 100mila tonnellate (importo 15 milioni di euro) di ecoballe, è tuttora in gara tra le aziende Pa Service (Bolzano), De.Fi.Am-Ecobuilding (Avellino), Ecosistem-Econet (Lamezia Terme), Sarim-Bps (Salerno-Lecco) eA2A Ambiente-Germani (Brescia).
Le destinazioni finali
Nella seduta di gara che si è tenuta lo scorso 1 marzo sono emersi i primi dettagli sulle destinazioni finali dei rifiuti campani. Secondo le informazioni raccolte presso fonti del settore da ilfattoquotidiano.it, Sarim e Bps e i calabresi di Ecosistem-Econet avrebbero indicato come destinazione finale il Portogallo, dove i rifiuti potrebbero finire in alcuni impianti di trattamento meccanico-biologico e inviati in discarica o ai cementifici. Il colosso A2A Ambiente invece, il ramo rifiuti della multiutility di Milano e Brescia che gestisce anche l’inceneritore campano di Acerra,sarebbe intenzionata a spedire le ecoballe in tre impianti di trattamento lombardi non meglio specificati nelle province diPavia e Milano, o in alternativa all’estero in Olanda (aRotterdam). Se la bresciana A2A Ambiente dovesse aggiudicarsi il lotto A di Giugliano, saranno quasi 400mila le tonnellate di rifiuti che verranno gestite da imprese lombarde.
Cosa c’è nelle ecoballe?
Dopo 9 anni – fanno sapere i tecnici – le ecoballe sono ormai “mummificate” e del rifiuto è rimasta solo la cosiddetta “frazione secca”, mentre la parte organica è percolata col tempo. Dal punto di vista del potere calorifico sono un ottimo combustibile per inceneritore, anche se – stando a quanto si legge nella sentenza del Tribunale di Napoli del 4 novembre 2013 – la loro composizione all’entrata degli impianti di trattamento era di “pessima qualità”. Sulla natura del materiale trattato per formare le ecoballe ci furono infatti “numerosissimi verbali di contestazione per rifiuti non conformi”, circa 8mila negli anni tra il 2000 e il 2004, che rivelarono la presenza tra l’altro di “motoscafi interi, mezza autovettura, ordigni bellici, carcasse di animali”.
Nonostante la ricostruzione dei pm di Napoli Giuseppe Novielloe Paolo Sirleo (che affidarono una perizia all’ingegner Paolo Rabitti da cui nacque il libro “Ecoballe”) non vi fu secondo i giudici di primo grado “falsificazione dei risultati delle analisi” sui rifiuti trattati per formare le ecoballe né – altra tesi dell’accusa – una separazione dei rifiuti in due flussi distinti, “per consentire un falso esame del solo Cdr1 (combustibile dai rifiuti, ndr) migliore e poi miscelare il tutto”. L’ex governatore Bassolino, i vertici di Impregilo e della struttura commissariale sono stati assolti con formula piena, ma la Procura ha proposto appello contro la sentenza nonostante la maggior parte dei reati siano ormai prescritti. E mentre ad Acerra quei vecchi rifiuti fanno paura, tanto che nel 2014 i cittadini hanno bloccato i camion davanti all’inceneritore, le ecoballe si preparano al loro ultimo giro per l’Europa.
Il Fatto