Alimentazione e malattie cardiovascolari

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In Italia, le malattie cardiovascolari sono responsabili del 44% di tutti i decessi e rappresentano, pertanto, la principale causa di morte davanti a tumori maligni, demenza ed Alzheimer. Nella seconda metà degli anni ’50, il Seven Countries, uno degli studi più importanti dello scienziato americano Ancel Keys, ha portato alla luce il forte legame esistente tra lo stile di vita (in particolare, l’alimentazione) e lo sviluppo di malattie cardiache, rendendo noti gli alimenti ed i nutrienti che contribuiscono ad aumentare il rischio cardiovascolare e quelli che, invece, tendono a ridurlo. Questi ultimi sono stati poi raggruppati in un modello alimentare meglio noto come Dieta Mediterranea che nel 2010 è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Numerosi sono gli studi che confermano l’influenza del modello alimentare mediterraneo sulla riduzione del rischio di numerose patologie e, in primis, di quelle cardiovascolari. Seguire un regime alimentare di questo tipo, per noi italiani, non è complicato: l’Italia è situata nel bacino del Mediterraneo e i prodotti alimentari caratteristici di questa dieta sono tutti facilmente reperibili per i suoi abitanti. Essi sono per lo più alimenti di origine vegetale come i cereali preferibilmente integrali (più ricchi di fibra, vitamine e minerali rispetto ai cereali raffinati che presentano, pertanto, un valore nutrizionale decisamente più basso), i legumi, la frutta fresca e la frutta secca, la verdura; alimenti di origine animale come uova, latte e yoghurt, pesce (preferibilmente azzurro e di piccola taglia) e carni bianche. Nella dieta mediterranea il principale grasso da condimento è l’olio extravergine di oliva ed è concesso il consumo di 1-2 bicchiere/i di vino rosso ai pasti. Questi alimenti forniscono all’organismo nutrienti preziosi come gli acidi grassi monoinsaturi e poliinsaturi, la fibra alimentare e gli antiossidanti che, insieme al basso indice e carico glicemico di una dieta di questo tipo, contribuiscono al miglioramento del profilo lipidico ed alla riduzione dell’indice di massa corporea e del contenuto totale di grasso. La modifica dei parametri metabolici e della composizione corporea permette di tenere sotto controllo il rischio cardiovascolare e di migliorare lo stato di salute generale e la qualità della vita. Ciò nonostante, spesso e volentieri, ci si allontana da questo modello, orientando le scelte alimentari verso il consumo di alimenti a base di cereali raffinati, acidi grassi saturi e acidi grassi trans (contenuti negli alimenti di origine animale, in alcune creme grasse spalmabili, in prodotti da forno come cracker, torte, dolci, biscotti e nei cibi fritti), zuccheri, carni rosse e processate, tutti alimenti tipici della dieta Nord-Americana. Eppure, non è un mistero che circa il 38% della popolazione americana sia obesa e che l’obesità sia un grave fattore di rischio per le malattie cardiovascolari: allora cosa aspettiamo per metterci a riparo? Non esistono scuse, si puo’ mangiare mediterraneo anche se per motivi di lavoro non si ha la possibilità di consumare il pasto a casa: basta organizzarsi prima e rinunciare così al consumo di cibo spazzatura, più economico, più pratico, ma decisamente dannoso. Non è mai troppo tardi per modificare il proprio stile di vita: un’alimentazione sana e corretta insieme al giusto livello di attività fisica sono le armi migliori per la prevenzione della maggior parte delle malattie, a partire da quelle cardiovascolari.

Dott.ssa Emanuela Racca – Biologo Nutrizionista
© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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