I luoghi del cuore. Punta Campanella, l’area protetta dimora delle sirene

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La costa si snoda sinuosa, si allunga, sembra cercare il mare fino a stravolgere le correnti, fino al ricongiungersi con l’orizzonte. La Punta Campanella è così, separa ma non divide, si erge ma non sovrasta, si lascia cullare dal sole. Scura all’imbrunire, ambrata all’alba, con la sua vegetazione mediterranea rigogliosa e rude, ci conduce sulle orme di Ulisse, che qui vi incontrò le sirene ammaliatrici. In questa zona fu eretto un tempio alla dea Atena, poi dedicato a Minerva in epoca romana; un’impervia scalinata scolpita nella roccia si snoda per arrivare al luogo dell’antico culto.  Una vetusta torre del 1300, sopravvissuta al tempo, era dotata secondo la leggenda di una campana che dava l’allarme all’avvistamento dei Saraceni, da qui il nome della Punta Campanella. Un lungo sentiero si inerpica sul Monte San Costanzo, sino all’omonima cappella, testimonianza di un culto cristiano. Tutto qui parla di sacralità e natura, di fatica e di pace. Di lontano la Punta si offre allo sguardo come estrema propaggine della costiera sorrentina, tra il Golfo di Napoli e quello di Salerno, al cospetto di Procida e di Capri, lambita dal mare, incurante testimone della sequenza del tempo e della manciata di imbarcazioni che ogni giorno la doppiano. Salda nella sua stentorea bellezza. Forse il paradiso è così.

© Copyright Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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