Sexcetera, la via del piacere femminile: quello che le donne non chiedono. L’angolo della dott.ssa Rossetti

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Se credete come me che la sessualità non si riduca alla pura genitalità, ma coinvolga sensazioni ed emozioni, dovrete convenire  che si fa l’amore col cervello, col cuore e con il corpo. Molte persone, che io considero immaturi a livello psico-affettivo, amano con una sola di queste parti o con due, ma non con tutte e tre. Ed è per questo che la sessualità da piacere diventa un problema.

Se il desiderio, l’interesse che tutti noi uomini e donne  abbiamo per il sesso,  determina uno stato, per così dire, di tensione emotiva che ci spinge a cercare l’altro, allora l’attività sessuale, deve essere considerata come l’espressione finale di questo desiderio. In questo meccanismo sono coinvolti molti organi e apparati, con una serie di  complesse relazioni, in cui però si stabilisce una gerarchia a piramide, tra sistema nervoso centrale, sistema vascolare, sistema endocrino, sistema nervoso periferico e organi genitali. In ogni caso il punto di partenza è sempre Il desiderio sessuale, che è una fase fondamentale della sessualità.

A livello funzionale la centrale del desiderio è nell’ipotalamo dove ci sono diversi bottoni (recettori) che vengono accesi o spenti attraverso complessi collegamenti che coinvolgono  il lobo limbico, il lobo frontale, l’ipofisi, la ghiandola surrenale e le gonadi (ovaie nella donna e testicoli nell’uomo.).

Infatti, l’ultimo anello di questa catena è rappresentato dagli ormoni sessuali.  Il testosterone  è l’ormone responsabile dello stimolo sessuale sia nell’uomo che nella donna. Poi in tutto il meccanismo subentreranno numerosi altri ormoni. Per esempio nella donna gli estrogeni a livello sessuale intervengono per mantenere la vagina umida ed elastica.

Insomma, è un sistema molto complesso che ha bisogno anche del corretto funzionamento di alcune particolari vie nervose, del sistema circolatorio e del sistema muscolare. Il flusso di sangue negli organi erettili è regolato da nervi che controllano il diametro dei vasi sanguigni che alimentano i genitali. L’eccitazione sessuale mette in circolazione una sostanza che stimola il rilassamento delle fibre muscolari lisce delle arteriole degli organi erettili che quindi si riempiono di sangue.

In stato di stress, quando una persona è particolarmente tesa e preoccupata o quando c’è uno spiccato stato di ansia per la  performance sessuale, l’organismo, tramite le ghiandole surrenali, può produrre in modo abnorme adrenalina che non permette il rilassamento degli sfinteri muscolari delle arteriole dei corpi cavernosi e quindi il sangue non riempie gli organi erettili e si ha proprio quello che si voleva evitare: la défaillance. Questo però  può accadere anche che nella donna, non solo nell’uomo.

I primi studiosi della fisiologia della risposta sessuale furono Williams Masters (ginecologo) e Virginia Johnson (psicologa) nel 1954. I due ricercatori americani definirono le fasi della risposta sessuale ma non si occuparono di ciò che sta a monte: il desiderio sessuale. Infatti perché tutto si svolga adeguatamente è necessario che il cervello abbia dato il “via libera” di fronte ad un’emozione con connotazione erotica. Quindi il più potente organo sessuale sta proprio nella nostra testa. Secondo John Money, psicosessuologo americano, la fantasia è la zona erogena per eccellenza.

Insomma: piacere è sinonimo di fantasia.

L’eccitazione può nascere dalla vista di qualcuno che ci piace, dall’essere toccati o dal toccare il proprio amante, da una fantasia sessuale, da un odore e via dicendo; può durare pochi minuti o ore secondo il tipo di donna o la particolare situazione. Dunque può essere innescata da una stimolazione fisica, psicologica oppure da entrambe.

Il contenuto delle fantasie erotiche varia moltissimo da persona a persona. Taluni ricorrono a foto, film, letteratura erotica per accendere l’immaginazione. Però, più aumenta l’eccitazione sessuale, più si affievolisce la fantasia. È come se, con la crescita del piacere, si verificasse un passaggio di staffetta tra la mente e il corpo.

Molto spesso queste fantasie si accompagnano all’autostimolazione erotica. L’autoerotismo, condannato in maniera drastica fino a pochi anni fa, sta subendo, alla luce delle nuove terapie sessuali una vera trasformazione. In particolare, nelle terapie della coppia, la masturbazione talora rappresenta una tappa indispensabile.

Bisogna prima imparare ad essere a proprio agio con il proprio corpo, con le proprie sensazioni, per mettere in relazione con il proprio partner. Per amare gli altri è necessario saper amare prima se stessi: per donarsi bisogna prima possedersi.

Numerosi sono i modelli per spiegare la risposta sessuale proposti dagli studiosi ma  “il modello circolare”, quello elaborato dalla dr.ssa Rosemary Basson, sembra meglio correlato alla sessualità femminile.

Questo modello  prende le distanze dalla visione lineare della sessualità di Master e Johnson ed introduce importanti novità. Infatti associa alla fase della risoluzione dell’eccitazione,  un processo di valutazione dell’esperienza vissuta, in termini di soddisfazione/insoddisfazione. Secondo questo modello, in ogni fase della risposta sessuale, (desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione)  vi possono essere controreazioni o interferenze, positive o negative, in grado di potenziarla o inibirla.

Inoltre il desiderio viene distinto in desiderio spontaneo e desiderio responsivo o reattivo.

La maggioranza delle  donne non ha un desiderio spontaneo, come gli uomini, ma un desiderio reattivo, che nasce cioè dal desiderio sessuale del partner. In questi casi l’eccitazione precedere il desiderio che, in questo caso, potremo definirlo “di reazione” alla eccitazione/stimolazione del partner. Pertanto, quando si parla di mancanza di desiderio, bisogna riferirsi a donne che non hanno desiderio né spontaneo e né reattivo.

Il desiderio sessuale femminile appare più fluido, maggiormente collegato al contesto ambientale, al corteggiamento, all’atmosfera, ai preliminari, insomma,  vi sono tante  strade diverse che portano sulla “via del piacere femminile”. Io preferisco vedere il ciclo dell’attività sessuale, il fare sesso, come la lettura dei libri.

Ora vi invito a riflettere su questo.

Per intraprendere la lettura di un libro, dobbiamo innanzitutto  saper leggere. Quindi dobbiamo decidere di leggere e dobbiamo appassionarci alla lettura. Altrimenti la interrompiamo. Quando leggiamo, dobbiamo concentrarci per capire quello che stiamo leggendo e ogni pagina ci permette di comprendere e apprezzare la pagina successiva. Se saltiamo le pagine o non le comprendiamo, probabilmente non riusciremo a capire la conclusione. Certamente, quando leggiamo un libro, lo scopo che ci prefiggiamo, non è quello di sapere come va a finire, ma di godere di quello che dice l’autore in ogni pagina del libro. È solo così che lo potremo apprezzare appieno. Ovviamente ogni libro ci darà un’emozione diversa, più o meno intensa e più o meno bella.

Ma alla base di tutto questo ci devono essere necessariamente due cose: saper leggere e volere leggere; quindi conoscenza e intenzionalità. Indipendentemente dal tipo di stimolazione che la donna riceve, il suo corpo passa comunque attraverso tutte le fasi del ciclo della risposta sessuale: stimolazione clitoridea, masturbazione, uso di vibratore, facendo l’amore con un uomo o con un’altra donna o grazie solo alla fantasia.

L’ansia, la sessuofobia, gli insufficienti apprendimenti autoerotici e le carenze della relazione impoveriscono l’esperienza sessuale. È importante familiarizzare con il proprio apparato genitale, per esempio, cercando di scoprire se si è in grado di capire differenze di sensibilità. Quanto migliore sarà la conoscenza dei propri genitali, tanto più facile sarà rendere partecipe il partner.

Non esplorando questa zona non facciamo altro che perpetuare il mistero della sessualità impedendo a noi stesse di capire come funzionano questi organi.

Maria Rossetti, sessuologa e ginecologa

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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