Sant’Antimo: il grande scandalo dei carabinieri infedeli arrestati per corruzione e rivelazione di atti d’ufficio. I nomi

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Secondo un pentito, il clan Puca avrebbe pedinato un maresciallo (si chiama Giuseppe Membrino) che ha svolto per anni un ruolo di argine contro il malaffare e contro il clan Puca. Arrivarono perfino a registrare tutti i suoi movimenti e a creare un cd poi messo nella cassetta di sicurezza del maresciallo: si trattava di immagini che ritraevano incontri alla luce del sole tra il militare è una sua informatrice, nel tentativo (vano) di destabilizzare il maresciallo e di intimidirlo.

Ed è stato lo stesso maresciallo, anni fa, a subire un attentato dinamitardo sotto la sua automobile.

Una vicenda che ha mostrato gli anticorpi dell’Arma, come ha ricordato il comandante provinciale generale Canio La Gala, anche alla luce delle migliaia di arresti e i tantissimi sequestri effettuati in questi anni.

Tutti i carabinieri sotto inchiesta erano stati già allontanati da Sant’Antimo e da Castello di Cisterna.

Finiscono agli arresti per corruzione i carabinieri (per i quali è stata esclusa l’aggravange mafiosa) Raffaele MartucciAngelo PellicciaMichele MancusoVincenzo PalmesanoCorrado Puzzo; ai domiciliari anche l’ex presidente del consiglio comunale di Sant’Antimo Francesco Di Lorenzo e il boss locale Pasquale Puca (che è già in cella al carcere duro per altri reati).

Mentre vengono sospesi per omissioni o abuso in atti di ufficio Carmine Dovere (abuso d’ufficio), il capitano Daniele Perrotta (omissione in atti di ufficio) e Vincenzo Di Marino (rivelazione di segreto d’ufficio).

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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