Zona rossa e condoni nell’area vesuviana, per il governo la legge regionale (voluta a dicembre) è incostituzionale

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In un prossimo consiglio dei ministri si discuterà della legge approvata dal consiglio regionale della Campania che sblocca la possibilità che i Comuni rilascino permessi di costruire in sanatoria nell’area del Vesuvio ai sensi dei condoni del 1994 e del 1985.

 

Il ministero della Giustizia rafforza la sua tesi facendo riferimento a due recenti sentenze del Consiglio di Stato per due ricorsi in materia di condono edilizio ad Ercolano. Ad aggravare l’incostituzionalità della norma regionale, secondo l’ufficio legislativo di Bonafede, sarebbe poi la circostanza che «essa consentirebbe, in ipotesi, la legittimazione di possibili futuri interventi abusivi attraverso eventuali sopravvenute modifiche favorevoli della normativa urbanistica ed edilizia». L’apertura alle sanatorie in un territorio a forte rischio sismico e di eruzione era stata salutata trionfalmente ad inizio dicembre da Mario Casillo, il capogruppo del Pd in consiglio regionale, ed era il frutto di una intesa – chi non l’ha digerita l’ha definito «un inciucio elettorale» – tra il partito di De Luca, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Sta per consumarsi, dunque, un’altra puntata dello scontro tra Governo e maggioranza De Luca sui temi dell’urbanistica. Un paio di anni fa l’esecutivo impugnò alla Corte Costituzionale la legge campana che bloccava la demolizione degli immobili abusivi e permetteva ai Comuni di acquisirli al patrimonio ed affittarli agli stessi abusivisti. La Consulta sancì che la norma era incostituzionale. Sono circa 70 mila gli alloggi abusivi in Campania. In autunno, dopo una periodo di stasi, sono riprese le demolizioni su iniziativa delle Procure. Bruno Molinaro, avvocato e consulente per la questione casa dei 5Stelle, torna a chiedere «una graduazione degli interventi sulla base di criteri di priorità».

Fonte Il Corriere del Mezzogiorno

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