L’arresto di Bruno Carbone, trafficante di droga per conto dei clan di Marano, è un giallo internazionale. “Non sono l’uomo che cercate”

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Quello di Dubai è ormai un giallo, un intrigo internazionale. L’uomo arrestato qualche giorno fa nel paese mediorientale dice, infatti, secondo quanto riporta Il Mattino, di non essere Bruno Carbone, ma di chiamarsi Domenico Alfano. Dice di essere incensurato, di non aver mai avuto niente a che spartire con il narcotraffico e con storie di camorra e di essere sbarcato a Dubai pochi giorni prima di Natale, per un viaggio dettato da interessi imprenditoriali e ricerca di relax.

Il 20 dicembre scorso l’Interpol arresta un uomo di 40 anni a Dubai, sbarcato da un volo proveniente da Panama; per gli inquirenti locali non ci sono dubbi: si tratta di Bruno Carbone, narcotrafficante legato al latitante (sempre a Dubai) Raffaele Imperiale, inseguito da tre ordini di cattura (due spiccati da Napoli, uno da Catania) come leader nello smercio di cocaina tra Sudamerica e Paesi Bassi. Tutto chiaro? Non proprio, a giudicare dalle ultime notizie rimbalzate da Dubai a Roma a Napoli: l’uomo arrestato il 20 dicembre, una volta dinanzi al giudice emiratino, ha spiegato di chiamarsi Domenico Alfano, di avere sì 40 anni e di essere realmente sbarcato da Panama, ma di non essere Bruno Carbone.

In queste ore, secondo quanto riporta Il Mattino, è stata la stessa famiglia del sedicente Domenico Alfano a mettersi in contatto con le fonti diplomatiche italiane a Dubai, per ribadire il concetto: «Non è lui Bruno Carbone, la sua identità è vera, dovete far rilasciare un cittadino italiano incensurato ingiustamente, detenuto in un carcere di un paese arabo».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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