Processo Pip, c’è il colpo di scena: i difensori degli imputati abbandonano le difese. “Grave lesione dei diritti difensivi”

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Colpo di scena al processo Pip le cui udienze si tengono da oltre due anni presso il tribunale Napoli nord. Gli avvocati degli imputati, tra cui i fratelli Raffaele e Aniello Cesaro, nonché Antonio Di Guida, hanno deciso di abbandonare le difese. Una forma di protesta nata in seguito alla riorganizzazione temporanea delle udienze del collegio C. “Sono lesi i diritti della difesa”, hanno tuonato in aula i legali, tra cui gli avvocati Maiello, Tufino, Sanseverino, Briganti, Della Pietra, Savella e Montone.

Tutto nasce da un decreto sottoscritto lo scorso 20 dicembre dal presidente del tribunale Elisabetta Garzo su proposta del giudice Domenica Miele, presidente della seconda sezione penale. Tale provvedimento, di fatto, ritarda la presa di possesso presso altra struttura giudiziaria del giudice Chiaromonte, presidente del collegio chiamato a giudicare l’inchiesta Pip condotta dalla Dda di Napoli. Il giudice, che doveva essere trasferito a breve, resterà in carica per i prossimi tre mesi, periodo entro il quale dovrà concludersi il processo di primo grado. In questo lasso di tempo – ed è qui il punto più delicato della questione, quello che ha spinto i legali degli imputati ad abbandonare (non rinunciare) le difese – dovranno essere ascoltati oltre 130 testimoni. Testi della difesa da ascoltare a ritmo di tre udienze settimanali. Quelli dell’accusa, invece, sono stati spalmati in un arco temporale notevolmente più lungo.

Il giudice Chiaromonte, preso atto della volontà dei difensori, ha nominato gli avvocati d’ufficio e chiesto agli imputati (che si sono riservati) di far sapere entro la prossima udienza i nomi di eventuali, futuri difensori. Gli avvocati hanno rilevato anche un’altra vistosa anomalia: nel decreto presidenziale, infatti, uno dei due Cesaro viene definito “un politico ex presidente della Provincia ed ex deputato”. “La legge consente – spiegano i noti professionisti – di nominare un altro giudice in luogo di Chiaromonte. Non ci sono problemi sul fronte della prescrizione. Questa compressione delle udienze è una chiara limitazione dei diritti degli imputati ed è il segno che si vuole chiudere in fretta un processo senza i dovuti approfondimenti”.

I difensori dei Cesaro, Di Guida, Giannella e altri potrebbero optare per l’istanza di ricusazione del giudice Chiaromonte.

In aula, oggi, erano presenti anche un dipendente e un ex dipendente dell’ufficio tecnico comunale di Marano, Silvestri e Buonocore, convocati su richiesta del collegio giudicante e in qualità di testi. I due saranno ascoltati in una prossima udienza.

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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